Rimini, il sindaco: "Allarme baby gang ma criminalità in calo"

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«La crisi economica e i due anni di pandemia hanno portato con sé cambiamenti sociali ed economici che stanno modificando anche il quadro dei comportamenti illeciti e criminali. Parto da quello più evidente e già esploso in inverno in alcune grandi città del Nord Italia: il fenomeno delle cosiddette baby gang».

Il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad richiama all’attenzione quello che oggi è un problema emergente. Non ancora un’emergenza come in Francia o in Germania, ma un fenomeno sui cui, in occasione del consiglio comunale tematico su sicurezza e legalità, il sindaco ritiene necessario puntare i riflettori, anche in contrapposizione ai numeri sulle denunce di reato, quelli che così spesso fanno «immeritatamente» salire agli oneri della cronaca nazionale il territorio riminese. «Nel 1998 le denunce di reato in provincia furono circa 29mila con una popolazione di poco superiore ai 300mila abitanti. Nel 2019, le denunce di reato sono state 19.994 con una popolazione di circa 350 mila abitanti. Il numero dei residenti - sintetizza - è salito del 15% e il numero dei reati denunciati è calato del 30%.

Un fatto di integrazione

«È inutile nascondersi che dietro ci sia anche la questione dell'integrazione -afferma, scavando oltre la superficie dei crimini commessi dalle baby gang -. Per indole non mi piacciono le bandierine ideologiche. Ho una vita mia personale che sta tutta dentro un percorso di relazioni quotidiane tra persone, lingue, religioni, culture di diverse parti del mondo. Questi percorsi non diventano discese nel nome di uno slogan ma vanno costruiti faticosamente una pietra dopo l'altra». Citando l’iniziativa del sindaco di Bologna che ha simbolicamente deciso di concedere ai bimbi stranieri la cittadinanza onoraria, Sadegholvaad spiega di aver guardato alla sostanza, scegliendo di aver reso gratuiti gli asili nido, «aumentando così le iscrizioni in un anno in cui tutte le altre città decrementano il dato, e di investire un bel pezzo del suo Pnrr nella costruzione di nuove scuole e nella sistemazione di quelle già esistenti». «Nonostante le apparenze, -spiega - si dà una risposta differente alla stessa domanda. Io credo che l'integrazione passi da una relazione che prima di tutto è conoscenza, è partecipazione, è scuola. Non ho la risposta definitiva ma credo che questo tipo di integrazione sia il viatico migliore per governare la ribellione senza causa di quelle che oggi chiamiamo baby gang». Preoccupazione concreta anche per i quartieri ghetto: «Più luoghi isolati, più disagio pronto ad esplodere».

«Covid, rincari energetici, guerra. Colpi - dice il sindaco - che avrebbero ucciso qualsiasi economia e impresa. Pensavamo due mesi fa di rialzare la testa, ma siamo tornati al punto di partenza, economicamente e psicologicamente sempre più in affanno». Il rischio è infatti che «l'economia diventi un boccone ancora più ghiotto per chi ha soldi e niente scrupoli. È il veleno della criminalità che rischia di diffondersi in un corpo già debilitato». Proprio nel corso del consiglio tematico, ieri si è tenuto il primo incontro del tavolo per un Protocollo unico su appalti e legalità della provincia di Rimini. Nell’ambito della disciplina del testo unico regionale sulla legalità, le parti hanno condiviso di monitorare ogni tipo di comportamenti irregolari e illegali e di adottare misure per rafforzare la cultura della legalità, a tutela dell'impresa sana e del buon lavoro degnamente retribuito. «Ci stiamo attrezzando per la creazione di un osservatorio provinciale su sicurezza e legalità ispirato al proprio della Regione - ha dichiarato il presidente della Provincia Riziero Santi- per promuovere la sicurezza urbana e la prevenzione».

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