Rimini: "il Signore scia con voi". Il nuovo vescovo è un campione sugli sci

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«Il nuovo Vescovo? Un campione sugli sci, una bomba con i giovani». A delineare un ritratto inedito del nuovo Vescovo di Rimini, monsignor Nicoló Anselmi, è don Marco Foschi, parroco di Nostra Signora del Sacro Cuore a Igea Marina. «Il primo incontro risale al 2000 quando, in sinergia con il Centro sportivo italiano, un sacerdote di Modena invitò entrambi a Sestola, in occasione de “Il Signore s(c)ia con voi”, il Gran premio di sci per preti. Un evento – spiega - a cui ho sempre partecipato e a cui, finché gli impegni glielo hanno consentito, si è cimentato anche Nicoló, nella specialità dello slalom gigante. A dirla tutta, continua l’amico, era fra i più forti in assoluto, nel 2006 aveva già vinto 4 edizioni, «piazzandosi sempre sui gradini più alti del podio finché non arrivarono altri sacerdoti da Santa Caterina Varfurva in Lombardia, capaci di tenergli testa». Ai blocchi di partenza, racconta ancora don Marco, nacque una bella amicizia con lui e gli altri sacerdoti di Genova, tanto che, prosegue, «Sono ancora in contatto con alcuni e stamani (ieri, ndr) ci siamo sentiti telefonicamente. Nonostante la gioia di fondo, erano tutti un po’ dispiaciuti perché lo “perderanno”, ma soprattutto perché non è stato destinato vicino a casa».

Vicino ai giovani

Certo è che, fa notare il don, una persona sportiva come monsignor Anselmi «è capace di affrontare la discesa come la vita, ossia con determinazione, flessibilità e tenacia.

Nello slalom serve coraggio, perché non si può prevedere cosa accadrà, ma ciò che non significa che, tra le doti, Nicoló manchi di umiltà e mitezza, anzi».

Soprattutto, aggiunge don Marco, anche lo sci è un modo per porsi in ascolto dei giovani e lui ha sempre lavorato con i ragazzi anche come insegnante, dimostrandosi aperto e dinamico rispetto alle nuove generazioni. Ecco perché siamo stati benedetti dall’arrivo del nuovo Vescovo - conclude il parroco di Igea – penso che potrà servire molto bene nel contesto della nostra Diocesi e me ne rallegro».

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