Rimini. Il rapinatore di banche arrestato: non arrivo a fine mese

Rimini

Ci sarebbe un dramma della solitudine e dell’indigenza dietro alle due rapine e all’arresto del ribattezzato “uomo in beige”, il sessantenne di Torino bloccato due giorni fa dalla polizia nella stanza di un hotel a Marebello. Alle forze dell’ordine, infatti, avrebbe manifestato un certo sollievo per l’epilogo. Solo, titolare di una pensione sociale, senza una rete di protezione familiare, infatti, non avrebbe trovato un altro modo per “arrivare a fine mese”.

Il doppio colpo

L’uomo è in carcere e l’avvocato difensore Gianmaria Gasperini non lo ha ancora incontrato. Dalle prime ricostruzioni e frasi rilasciate alle forze dell’ordine, però, l’uomo si sarebbe trovato in una stato di forte difficoltà economica, potendo contare solamente sulla pensione sociale e non avendo alle spalle una rete di protezione familiare adeguata. Fallita nelle prime ore di venerdì la prima rapina alla Banca Popolare Valconca in via Tommaseo, identificato dalla pattuglia della questura, identificato, denunciato e lasciato libero, l’uomo ha concesso il bis poco dopo in via Circonvallazione, dove alla filiale di Riviera Banca si è fatto consegnare 4.820 euro minacciando gli impiegati con una pistola che altro non era che una mano nascosta dietro al cappotto.

Vitto e alloggio

Quando gli agenti delle volanti lo hanno raggiunto e catturato per la seconda volta a Rivabella, il sessantenne piemontese avrebbe mostrato quasi un moto di compiacimento, almeno in carcere avrebbe potuto contare su vitto e alloggio gratuito.

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