Rimini, 61enne ladro con due lauree: "Rapino le banche, così in carcere ho vitto e alloggio"

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Lo aveva dichiarato al momento dell’arresto e lo ha espletato in maniera ancor più argomentata anche davanti al Gip Vinicio Cantarini nell’udienza di convalida dell’arresto. Le due rapine (la prima fallita, la seconda riuscita) commesse lo scorso 5 ottobre dal 61enne originario del Torinese, hanno voluto essere una forma alternativa di “protesta socio politica”. In sintesi l’indagato, scrive il giudice nel provvedimento di convalida dell’arresto ha deciso di trasformarsi in rapinatore perché nonostante un paio di lauree, la conoscenza di diverse lingue, ex giornalista licenziato e con l’attuale status di pensionato civile «non essendo tossicodipendente, alcolista, di etnia sinti, o immigrato clandestino» come avrebbe dichiarato lo stesso rapinatore non ha potuto beneficiare di «alcun aiuto concreto» dallo Stato. Quello invece, così ha lamentato, offerto «sia dalle norme penitenziarie che della politica sociale» dalle categorie «sopra indicate». Quindi «per poter avere vitto e alloggio non ho avuto altra scelta se non quella di ritornare in carcere». Al Casetti rimarrà per un po’ visto che il giudice Cantarini alla convalida dell’arresto ha fatto seguire la misura cella custodia cautelare in carcere. Il rapinatore “gentiluomo”, dall’eloquio forbito che non ha sbagliato un solo congiuntivo come ricordato dai testimoni, è entrato in azione due volte la mattina di venerdì 5 novembre. Fallita la prima rapina alla Banca Popolare Valconca in via Tommaseo perché la cassiera si era rifiutata di consegnare i soldi, dopo essere stato rintracciato dalla Polizia, fermato, identificato, denunciato e lasciato libero, appena uscito dalla Questura ha concesso il bis in via Circonvallazione, dove alla filiale di Riviera Banca si è fatto consegnare 4.820 euro minacciando gli impiegati con una pistola che altro non era che una mano nascosta dietro al cappotto. Quando gli agenti delle Volanti lo hanno raggiunto e catturato per la seconda volta a Rivabella, ha tirato un sospiro di sollievo: in carcere infatti avrebbe potuto contare su vitto e alloggio gratuito.

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