Rimini, il pestaggio tra ragazzini spopola su Tik Tok e sulla Rai

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«Sei un mangia pasta». È un’offesa, una provocazione lanciata tra le strade del centro storico di Rimini in un affollato sabato pomeriggio di fine ottobre. La vittima si innervosisce, reagisce, si avventa contro il ragazzino che l’ha apostrofato facendolo cadere a terra, rotolando sull’asfalto in un vortice di calci, pugni e schiaffi. Uno scontro violento, si sarebbe detto, se il contesto non nascondesse un quadro ben più sconcertante. Il sottofondo alle immagini che nelle settimane successive hanno fatto il giro di Tik Tok fino ad arrivare in Rai, sono le voci degli “amici” che incitano a dargliene di più, a fargliela pagare, a fargli male. Cori da stadio che improvvisano un mini fight club tra ragazzini, giovanissimi, praticamente bambini.

Quello che sembra prenderle (ma che in realtà le dà anche) è un ragazzino riminese di 12 anni, originario della Costa D’Avorio, una piccola “star” di Tik Tok. Anzi, è «già famoso», come lui stesso ci tiene a sottolineare, durante l’intervista di Ore 14, trasmissione Rai andata in onda ieri pomeriggio. Partendo dal racconto di quella rissa intinta di violenza difficile da immaginare per dei ragazzini delle scuole medie, davanti alle telecamere il 12enne racconta quali sono i suoi desideri. Anzi, i suoi obiettivi. «Fare soldi» dice esplicitamente, «oltre ai soldi niente». Alla domanda, “ti piace andare a scuola?” risponde, ridendo, come se la riposta fosse scontata, «no».

Di quella rissa, invece, racconta poco. «Mi ha chiamato mangia pasta, mi sono sentito preso in giro, ho iniziato a insultarlo e poi è successo quello che è successo». Del resto, il ragazzino non si dice sconvolto. «Hai avuto paura?» gli chiede il giornalista. «No, sono cose normali, cose che succedono» è la replica. D’altronde, quel video passato di cellulare in cellulare ha incrementato la sua popolarità, accesa poco tempo prima da un altro video, girato insieme a un influencer “Bebe Touche”, in cui il 12enne afferma di non provare simpatia per quel “mangia pasta” di Sferaebbasta. E quando l’inviato Rai domanda al piccolo riminese se la sua famiglia è d’accordo con la sua attività spiega che il padre desidera che stia attento a non diventare aggressivo, e che la madre gli risponderebbe (così dice) «basta che porti i soldi a casa».

Niente reati

La polizia di Stato ha indagato e accertato i fatti legati a quella a rissa verificatasi all’esterno della Coin, il 29 ottobre. Le indagini della squadra mobile (a cui è giunto il fascicolo dalla polizia postale di Milano, a cui era stata sporta querela) hanno velocemente portato a identificare i ragazzini coinvolti. Una decina di giovanissimi iscritti alle scuole medie di Rimini, che insieme ai genitori sono stati chiamati a comparire in questura. Anche secondo la ricostruzione degli inquirenti è partito tutto da un’inezia, da un sacchetto di patatine. Poi l’offesa e la reazione. Attimi di violenza durati in realtà pochi istanti, fino a che qualcuno (probabilmente uno di loro) non interviene per separare il baby tik toker e il rivale. Nessun ha riportato ferite, fortunatamente, tanto che in questura non sono stati rilevati reati, anche considerando la giovanissima età, che non li rende imputabili. Il caso ora, è stato trasmesso alla Procura minorile di Bologna.

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