Rimini, il giorno di Giorgia Meloni alla Cgil

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È il giorno di Giorgia Meloni e le attese sono molte. Così come la curiosità. Fin dall’annuncio che la premier sarebbe stata a Rimini ospite del XIX Congresso della Cgil, il ricordo è andato subito al Meeting della scorsa estate quando la leader di Fratelli d’Italia (non ancora presidente del consiglio) ha vinto ampiamente la gara degli applausi, superata solo da Mario Draghi il giorno successivo. Fra gli appuntamenti di giornata anche quello con Andrea Riccardi (fondatore della comunità di Sant’Egidio) e il cardinale Matteo Maria Zuppi (presidente della Cei). Giorgia Meloni è attesa al Palacongressi questa mattina è il suo intervento è previsto a mezzogiorno. Questa volta è difficile prevedere applausi. Sui fischi si vedrà. L’unico dissenso già ampiamente pubblicizzato è quello di Eliana Como, dirigente della Fiom che insieme al suo gruppo di “irriducibili” (per ora una trentina) uscirà dalla sala congressuale appena la premier sarà invitata a salire sul palco. L’obiettivo è farla sentire poco desiderata e la stola simil Chiara Ferragni in versione sanremese mostrerà una scritta eloquente: “Meloni, pensati sgradita”.

Benvenuta

In questi due primi giorni di congresso il segretario Maurizio Landini ha difeso e motivato l’invito a Giorgia Meloni ma non ha steso tappeti rossi di benvenuto. Nella sua relazione non ha concesso alcuno sconto al governo a cominciare dalle politiche sull’immigrazione. Ha definito la strage di Cutro una «tragedia evitabile» perché «chi parte è obbligato a farlo» e il «problema non è impedire alle persone di lasciare il proprio Paese ma metterle nelle condizioni di non rischiare la vita per farlo». Quindi? «Le responsabilità politiche ci sono tutte». Le ragioni del dissenso della Cgil sono tante e articolate. Landini ha ricordato la legge di bilancio, sulla quale è mancato il confronto preventivo («hanno deciso tutto nella maggioranza») e le scelte adottate hanno «aumentato l’impoverimento dei lavoratori». Allora, perché invitarla? Il segretario della Cgil lo ha ricordato in una delle 72 pagine della sua relazione congressuale. Giorgia Meloni non è stata invitata per cortesia o per rispettare chissà quale galateo istituzionale. «È il momento delle risposte ai bisogni delle persone, le riforme devono essere condivise e non fatte sulle spalle del mondo del lavoro».

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