Rimini, "Il femminicidio? E' per donne come te". Disposto il divieto di avvicinamento

Rimini

«Tu sei il classico esempio del motivo per cui esistono i femminicidi». È l’ultimo di una serie di messaggi minacciosi rivolti alla ex fidanzata, spaventata dalla possibilità che l’uomo le facesse del male e diffondesse le foto intime che i due avevano scattato quando stavano insieme.
Per mettere fine alla spiacevole situazione, dopo una breve indagine dei carabinieri coordinati dal sostituto procuratore riminese Davide Ercolani, il giudice Vinicio Cantarini ha emesso nei confronti del presunto persecutore - un riminese di cinquanta anni - un divieto di avvicinamento. Dovrà stare alla larga dalla ex fidanzata, almeno cinquecento metri, pena l’arresto. Vietata qualsiasi forma di comunicazione anche telematica. «Messo di fronte alle proprie responsabilità penali - scrive il giudice - si ha ragione di ritenere che sia in grado di percepire l'effetto deterrente esplicato dalla misura, rispettandone autonomamente le prescrizioni». Nel corso della perquisizione i carabinieri, preoccupati dal fatto che l’uomo potesse nascondere delle armi o conservare le immagini intime della ex che minacciava di diffondere, hanno trovato due panetti di hashish all’interno dell’appartamento che l’indagato divide con un altro riminese. Dagli accertamenti è emerso che la droga è del coinquilino, denunciato a sua volta a piede libero per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
La storia tra il cinquantenne e la ragazza, una ventinovenne che vive in una cittadina del Nord Italia, comincia tre anni e mezzo fa durante una vacanza. Lei trascorre intere settimane a casa di lui, ma tiene nascosta la storia ai genitori per via della differenza di età. «Loro non approverebbero». Quando la ragazza dice basta, lui diventa preda di un’ossessione che lo rende insistente e rabbioso. Se lei non risponde al telefono lui inserisce dettagli di lei nuda sul suo profilo pubblico di WhatsApp e minaccia di far girare sul web anche il resto del corpo, volto compreso, se lei non torna a farsi viva. Alla fine, la donna spiega che si vede con un ragazzo e non ha nessuna intenzione di tornare sui suoi passi. «Rivelerò tutto ai tuoi genitori e ai tuoi amici, ma non finisce qui». Il riminese conclude l’ultima telefonata dicendole che le avrebbe fatto del male come lei «lo aveva fatto» a lui. Parole inquietanti, compresi gli accenni al femminicidio. Infine, un messaggio: «Ci vediamo presto».

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