Rimini. I sindaci chiedono un fondo per il caro bollette

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Il costo dell’energia schizza alle stelle e le bollette diventano un “virus” per i bilanci di imprese, famiglie e amministrazioni locali. I sindaci, così, scrivono ai parlamentari e chiedono l’istituzione di un Fondo ah hoc per fronteggiare l’emergenza.

Cosa è successo

Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha puntato il dito contro le bollette astronomiche che stanno colpendo al cuore imprese, famiglie e anche gli enti pubblici. «Le risposte del governo alle nostre richieste non sono sufficienti - ha scritto -. Evidentemente non si percepisce il rischio». Il rischio è quello che per ragioni di bilancio si debbano poi ridurre servizi. E domani molti Comuni spegneranno simbolicamente l’illuminazione di un edificio. Il sindaco Jamil Sadegholvaad ha scelto Castel Sismondo.

Tutti per uno

Alle parole di Decaro si associano quelle dei sindaci riminesi, a partire da Jamil Sadegholvaad (Rimini), Filippo Giorgetti (Bellaria Igea Marina) e Alice Parma (Santarcangelo). Tutto si concretizza in una lettera inviata ai parlamentari dell’Emilia Romagna. «La questione dei costi energetici sta assumendo una portata che ha conseguenze immediate per i bilanci: già oggi ci sono enti che non sono in grado di chiudere il bilancio di previsione a causa di questa voce incomprimibile e imprevedibile». Il pericolo è sempre il solito. «Probabilmente diversi Comuni saranno costretti ad aumentare la pressione fiscale - senza avere nemmeno la certezza che basti - vanificando di fatto la riforma dell’Irpef. La mancata istituzione di un Fondo per la compensazione dei maggiori costi sostenuti dagli enti locali per l’incremento dei costi dell’energia elettrica e del gas rischia di portare all’interruzione di servizi pubblici. Questo fine settimana, nel nostro territorio, si assisterà a una serrata degli impianti natatori in segno di protesta; allarmante, poi, la situazione che vede aziende che hanno chiuso gli stabilimenti e messo in cassa integrazione i lavoratori». Questo scenario, «oltre ad allarmarci per gli enormi costi diretti che non sappiamo come coprire, ci preoccupa anche per i costi indiretti in termini sociali che rischiano di diventare gravi e di dover essere sempre affrontati in prima istanza dai nostri servizi sociali». La richiesta. «L’istituzione di un fondo destinato ai Comuni e alle Unioni per affrontare questi improvvisi e imprevedibili costi».

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