Rimini, i ristoratori: “Mancano i dipendenti, si taglia il pranzo”

Mancanza di personale, i ristoranti tagliano il pranzo. La stagione alle porte rischia di impantanarsi nelle sabbie mobili ancor prima di ripartire. È con un problema cronico che torna a fare i conti il turismo: la carenza di dipendenti che, dopo la pandemia, ha assunto i contorni di un’emergenza. Sul divario fra domanda e offerta erano intervenuti sia la presidente dell’Aia, Patrizia Rinaldis che l’imprenditore della ristorazione Giuliano Canzian. Diverse le soluzioni proposte da Rinaldis: dalla riattivazione del ponte Adriatico con l’Albania all’arrivo di studenti ucraini, passando per la chiamata di allievi dell’alberghiero. Al contrario Canzian aveva puntato i fari sulle richieste talvolta esose di chi si presenta ai colloqui e «spara alto», puntellando gli zeri su inflazione galoppante e penuria di “sì”.

Tagli dietro l’angolo


A unirsi alle riflessioni è il presidente Fipe Confcommercio, Gaetano Callà. Che aggiunge un altro tassello: «Il difficile reperimento di addetti spingerà imprese e strutture ricettive a rivedere i servizi». Già materializzati i tagli con la chiusura della cucina in molti alberghi. Quanto ai ristoranti, sono spesso corsi ai ripari «cancellando il pranzo eccetto con la sola eccezione del weekend». Assumere lavoratori stranieri non suona come l’asso nella manica per Callà, in primis «perché la conoscenza dell’italiano è imprescindibile come le specializzazioni». E porta un esempio: «Chi lavora in sala, valorizza quello che viene preparato in cucina e quindi deve conoscere il piatto, saperlo presentare e consigliare eventuali abbinamenti». All’orizzonte non si profilano altre ipotesi. Gli imprenditori hanno sempre meno frecce al loro arco perché gli stagionali che provenivano dal sud «lavorano nelle regioni d’origine» e resta impossibile puntare tutto sulla scuola, prosegue Callà, perché «chi esce da un Istituto ha una preparazione teorica da maturare attraverso una formazione che “grava” sui datori di lavoro. Vestirsi delle giuste competenze è un percorso lungo». Sul fronte salari, il presidente liquida come assurda l’accusa «di sfruttamento alla luce dei contratti nazionali». Morale? Si prospetta un’altra estate di passione, tutti a barcamenarsi «tra parenti e giovani che non rinunciano a un’agenda fitta di impegni».

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