Rimini. I rider di Glovo in allarme dopo lo stop di McDonald's

Una cinquantina di corrieri Glovo rischia di perdere il 40 per cento di fatturato senza le consegne del McDonald’s del centro commerciale Le Befane. «Da una settimana hanno chiuso il servizio di delivery – commentano i “rider” – senza una giustificazione plausibile, visto che permettono le consegne con Just Eat». Una situazione che ha fatto maturare nei lavoratori la decisione di azioni clamorose per potere continuare a lavorare. «Se la situazione non si sblocca siamo pronti a manifestare davanti al locale e anche a bloccare l’ingresso al centro commerciale» affermano minacciando anche azioni legali. «Perchè parliamo di diritti, del nostro lavoro di cui non possiamo fare a meno».

L’antefatto

Secondo la ricostruzione che fanno i “rider” l’origine del problema con il McDonald’s delle Befane andrebbe individuata in un violento litigio avvenuto tra due di loro che ha creato scompiglio all’interno del centro commerciale avvenuto la scorsa settimana. «Ma in realtà è da questa estate che abbiamo notato che le consegne tramite Glovo sono molto diminuite – spiegano – e comunque se il motivo fosse questo episodio sarebbe comunque ingiusto visto che si tratta di un episodio che coinvolge due persone e non tutti noi». «Dalla scorsa estate abbiamo notato che il ristorante a una certa ora toglieva la possibilità di ricevere consegne a casa tramite Glovo, poi dalla scorsa settimana, dopo il fatto, ha tolto del tutto questa opportunità, in realtà sia a noi che a Just Eat». Ma poi, spiegano ancora i “riders” «hanno riaperto le consegne attraverso Just Eat e non con noi di Glovo». Per la maggior parte delle persone che effettuano le consegne con Glovo quella di “rider” è una professione che si è trasformata da occasionale a stabile durante la pandemia. «Molti di noi hanno aperto la partita iva perchè è un lavoro in forte espansione ed è diventato l’unico sostentamento. Se perdiamo il 40 per cento di fatturato per le nostre famiglie sono problemi seri, anche noi come tutti dobbiamo pagare le tasse, i contributi Inps, le spese di gestione della nostra attività». Per questo si dichiarano molto preoccupati e sono pronti a combattere per riottenere una fetta importante del loro loro: «Subiamo una discriminazione, siamo pronti a tutelarci con ogni mezzo», concludono.

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