Rimini. I ragazzini parlano tutti in "corsivo". Docente contesta

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La scuola è finita, ma sono tutti pazzi per il “corsivo”. Nell’epoca in cui la bella grafia è roba da vecchi bacucchi e soffitte, anche il corsivo cambia outfit, allargando le righe per scappare via dai quaderni e assumere la forma orale. Tradotto. Quest’estate il corsivo non si scrive ma si parla. Parola dei giovanissimi di tutta Italia, Romagna compresa. La nuova lingua non è complicata e per impararla non serve neanche il vocabolario. Basta allungare il finale di parole o frasi, mantenendo le vocali un po’ chiuse e strascicate, per creare l’effetto cantilena dai toni squillanti. «Sarebbe la parodia del milanese, come al solito il vuoto al quadrato», commenta la docente di un istituto professionale di Rimini. Certo è che ad accendere il tormentone dell’estate, facendo rimpiangere ai genitori degli adolescenti i ritmi spagnoleggianti di un tempo, è stata la 19enne Elisa Esposito, influencer milanese che spopola su TikTok con 800mila follower. Una giovane che cavalca l’onda della tendenza lanciata da altre reginette social e poi abbracciata da cantanti del genere trap. Fatto sta che a giugno Elisa ha cominciato a far lezioni di “corsivoe” con tanto di occhiali, voti e registro, facendo breccia sulla piattaforma cinese, dove aveva aperto un canale ad ottobre 2021. Da allora è stata ribattezzata “La prof del corsivo”, titolo che le è valso, con buona pace dei laureati, 27 milioni di “mi piace”, traghettandola verso il porto sicuro di Instagram, forte del vento in poppa e 270mila follower Ritmi lenti e sottotitoli costituiscono il metodo scelto dalla docente che nei video insegna una parola alla volta, incoraggiando per accentuare un effetto-interazione che in realtà manca. Il fenomeno del momento è finito sotto la lente, collezionando interviste, comparsate in locali e chiacchierate in radio. «La solita furbizia per guadagnare quindici minuti di celebrità e una vagonata di soldi», prosegue la vera professoressa evidenziando che «ormai l’unica cosa che si insegna ai giovani è imboccare scorciatoie per un successo effimero evitando la gavetta». A farle eco è un collega delle Medie: «Fortuna che la scuola è finita, l’abbiamo scampata bella, mi spiace per i genitori che dovranno sorbirsi da soli questa tiritera». Intanto ai microfoni di un’emittente radiofonica Esposito ha commesso uno scivolone che ha fatto il giro del Web, perché non è riuscita ad attribuire a Dante l’incipit della Divina Commedia, sottoposto alla sua attenzione da un giornalista. Errore da penna rossa o mossa acchiappa-like? «Ai posteri l’ardua sentenza - allarga le braccia la docente di un liceo -. Scommetto che quest’ inciampo le offrirà come minimo la partecipazione a un reality. E scommetto anche che Dante piazzerebbe gli autori dei tormentoni in un apposito girone», conclude.

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