Rimini. I presidi: "Regole Covid, costretti a fare i salti mortali"

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Protocolli anti Covid diventano un sudoku, insegnanti e presidi fanno i salti mortali per riuscire a non fare collassare la situazione. Le regole anti contagi stanno infatti mettendo a dura prova anche il territorio riminese. L’altro giorno c’è stata una riunione con 150 tra dirigenti scolastici di tutta la provincia di Rimini, rappresentanti delle istituzioni e personale Ausl. L’obbiettivo era fare il punto sulle criticità sanitarie legate alle scuole e chiarire le modalità, diverse per i vari livelli educativi, di gestione delle quarantene. La dirigente dell’Istituto comprensivo centrale, Lorella Camporesi, spiega che la difficoltà maggiore è rappresentata «soprattutto dai nuovi protocolli». In sintesi: alle elementari se c’è un caso positivo in classe, parte la sorveglianza e via con la trafila di tamponi. Se ce ne sono due o più si va in quarantena e in dad per dieci giorni. Alle medie o alle superiori, con un positivo in classe, si attiva l’auto-sorveglianza: lezioni in presenza, ma con mascherine Ffp2. Con due positivi, i non vaccinati, quelli senza terza dose, chi ha completato il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni e quelli che sono guariti dal Covid da più di 120 giorni, seguono lezioni in dad; tutti gli altri in presenza con Ffp2. Con 3 positivi, la classe è in quarantena per 10 giorni e in dad. L'articolo completo sul Corriere Romagna oggi in edicola

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