Rimini. I farmacisti: "Medicinali a singhiozzo"

Archivio

Trasporti, packaging e materie prime alle stelle, scaffali vuoti in farmacia. All’appello mancano antibiotici, ibuprofene e medicinali per la pressione ma i farmacisti corrono ai ripari con le preparazioni galeniche. A segnalare una situazione senza precedenti è il presidente di Federfarma, Achille Gallina Toschi, che denuncia la mancanza degli antibiotici, nonché lo stop alla produzione dell’aspirina effervescente da 40 compresse per l’intero inverno. Una spada di Damocle che pende con l’influenza e l’incognita Covid dietro l’angolo.

Ritorno al “fai da te”

Intanto a fare il punto per Rimini è Giulio Mignani presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia. «In realtà manca un po’ tutto - segnala -. A sopperire sono i laboratori delle farmacie che realizzano vari composti, inclusi determinati antibiotici, purché siano reperibili i principi attivi». Nota che un tempo la carenza era legata «all’esportazione all’estero di farmaci sottratti al mercato interno, perché all’importatore straniero conveniva comprare a minor costo in Italia. Una questione poi ridimensionata con norme ad hoc». Peccato che la criticità assuma ora più foschi contorni. «Pandemia e turbolenze a carico dell’economia hanno incrementato i problemi logistici. Il risultato? All’appello manca l’ibuprofene che è alla base dei farmaci di uso più comune. Il Nurofen per bambini è scomparso per mesi, ora scarseggia il Brufen e varie forniture procedono a singhiozzo. Le cause vanno rintracciate nell’impennata della richiesta come antinfiammatori contro il Covid, ma anche allo stop di alcune linee industriali nel lockdown. Tradotto. Lo scossone innescato dalla pandemia ha fatto saltare gli equilibri in un mercato globalizzato e ben oliato dalle multinazionali. Quest’anno le previsioni di vendita dell’ibuprofene hanno fatto sì che non ne venisse ordinato abbastanza. Si dovrà aspettare il 2023 per un generale ritorno a regime, ma è impossibile far previsioni a lungo termine».

La tempesta perfetta

Alla base della carenza s’impone la «crisi energetica con l’aumento del prezzo dei principi attivi» e a mettere il carico da dieci, chiarisce Mignani, provvede il massiccio import dall’estero di materie prime per l’edilizia che ha fatto triplicare i costi del trasporto internazionale. «Sebbene in Italia e Germania esistano poli produttivi enormi, i composti dei farmaci sono di origine asiatica». Qualche esempio: «Solo per produrre 55mila scatole di Brufen 600 in bustine la Mylan utilizza una tonnellata di ibuprofene al mese, senza contare il Brufen 600 compresse, 400 compresse e l’analgesico. Poi c’è l’Angelini con Moment, Moment Act, Nurofen: parliamo di centinaia di tonnellate solo per il mercato italiano. Bando agli allarmismi però - conclude - oltre ai farmaci generici, alcune aziende producono il centunesimo prodotto, sebbene ne esistano già 100 uguali per guadagnarsi una quota di mercato. Quindi zero problemi di salute pubblica in vista salvo che per qualche farmaco rarissimo. Una soluzione definitiva però resta lontana».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui