Rimini. Grave dopo caduta in piazza Malatesta: "Non c'è luce"

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Cade in piazza Malatesta a causa di uno scalino non visto, si rompe l’osso del collo e ora è ricoverato in coma farmacologico nel reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale Infermi. Con la famiglia intenta a pregare per una sua veloce guarigione e allo stesso tempo pronta a capire la dinamica di quanto accaduto ed eventualmente se ci sono responsabilità.

L’incidente

Tutto è successo martedì sera. Attilio Gambetti, 78 anni ben portati, approfittando della serata quasi estiva sale sulla sua bicicletta e va a fare un giro in centro storico. Verso le 22.15 decide di rincasare, cambiando, però, il suo solito percorso.

“Attilio abita a Reggio Emilia, ma due volte alla settimana viene a Rimini per curare i suoi tanti interessi – racconta la famiglia –. Di solito sono giornate molto piene le sue perché ha sempre diverse cose da fare. Tanto che, proprio pochi giorni fa, si lamentava di non aver avuto ancora il tempo di vedere la nuova piazza Malatesta. Martedì sera, evidentemente, ha deciso che era arrivato il momento».

Quello che è accaduto ancora non è chiaro, l’unica cosa certa è che Gambetti, arrivato nei pressi del Castello, nella parte dove si rievoca il ponte levatoio, è rovinosamente caduto nel livello sottostante per non aver visto un gradino.

La dinamica

«Noi, naturalmente, non sappiamo la vera dinamica dell’incidente: fortunatamente c’è un testimone, perché quella è una zona scarsamente illuminata, che poi è quello che ha avvertito il 118. Purtroppo l’impatto è stato devastante. La caduta gli ha procurato due fratture, fortunatamente composte, alla base dell’epistrofeo e alla porzione posteriore dell’atlante. In poche parole, si è rotto l’osso del collo. Questo gli ha provocato un arresto cardiaco. I sanitari lo hanno rianimato per ben quattro volte e proprio all’ultimo tentativo il suo cuore ha ripreso a battere. In questo momento si trova ricoverato presso la Terapia Intensiva dell’ospedale Infermi. I medici lo hanno messo in coma farmacologico e ci hanno detto che la situazione è grave anche se non sembra in pericolo di vita. Il grande punto interrogativo è quanto è stato in ipossia, ossia per quanto tempo il suo cervello non ha ricevuto ossigeno. Solo quando i dottori gli faranno riprendere conoscenza, conosceremo se ci saranno stati danni e quali».

Vogliamo capire

La famiglia, ora, vuole capire bene la dinamica dei fatti per poi, eventualmente, prendere i suoi provvedimenti.

«Come detto, quel punto è scarsamente illuminato e segnalato, come dimostrano i rilievi fotografici eseguiti. Quello scalino è effettivamente pericoloso per bambini e anziani perché al buio non si nota. Adesso valuteremo il da farsi perché rischiare la vita per una cosa del genere non è tollerabile».

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