Rimini. "Grandi obesi gravemente malati: ecco come li operiamo"

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«Non è chirurgia estetica: spesso sui giornali se ne parla per dire “voleva dimagrire, è stato operato ed è morto”, invece non si direbbe mai “aveva il cancro, voleva guarire, è stato operato ed è morto”. Si deve capire che queste sono persone gravemente malate, che soffrono di patologie importanti connesse all’obesità. E che l’obesità, già da sola, comporta una riduzione della qualità e dell’aspettativa di vita». Andrea Lucchi, direttore dell’unità operativa di Chirurgia generale dell’ospedale Ceccarini di Riccione, presiede e coordina il team multidisciplinare che dallo scorso luglio pratica interventi di chirurgia bariatrica, «la chirurgia dell’obesità», chiarisce. «Abbiamo iniziato da poco, ma il nostro obiettivo è far diventare Riccione il punto di riferimento per questi interventi, accreditandoci alla Società italiana di chirurgia dell’obesità». E i presupposti per diventare «un’eccellenza», spiega il primario, sono legati proprio alla diverse specializzazioni di cui si compone il team.

Dottor Lucchi, perché per praticare interventi per la riduzione del peso corporeo sono necessari tanti specialisti?

«Perché la chirurgia bariatrica è come la punta di un iceberg. Sotto all’intervento, che non è certo la bacchetta magica, c’è una base fatta di visite psicologiche e psichiatriche, di diete elaborate da dietologi e nutrizionisti, di assistenza da parte di cardiologi e pneumologi, e poi sì: c’è anche il chirurgo estetico. Perché una volta persi i chili di troppo, la pelle in eccesso è come “gabbia” che deve essere rimossa. Poi, dopo l’intervento, c’è un lunghissimo percorso di follow up che dura praticamente tutta la vita. Lo dico sempre: chi decide di iniziare questo percorso deve sapere che dovrà cambiare completamente il modo di mangiare e modificare lo stile di vita. Ci vuole determinazione. Addio abbuffate, addio vita sedentaria. Per questo consiglio di eseguire interventi in ospedali di prossimità, per riuscire agevolmente ad essere seguito, sia prima che dopo l’intervento».

Impossibile non pensare al dottor Nowzaradan di Real Time…

«Sì, in effetti è così. Ma anche il dottor Nowzaradan lavora in team: non fa tutto da solo, anche se in tv sembra così. A Riccione con me collaborano la chirurga Laura Agostinelli, l’internista e nutrizionista Davide Lazzarini, la nutrizionista Giorgia Marconi, e le psicologhe Loretta Aluigi e Samanta Nucci. Siamo in collegamento con l’ospedale di Forlì, con cui ci confrontiamo periodicamente: la direzione, lì, è affidata ad Alberto Zaccaroni, chirurgo endocrino».


Che rischi corre una persona obesa?

«Innanzitutto si definisce obeso chi ha un indice Bmi maggiore di 40, ma in presenza di altre patologie si può operare anche chi ce l’ha di 35. In Italia, il 10,5% della popolazione soffre di obesità, con prevalenza di donne e di persone con basso livello di istruzione, patologie psichiche e disagi sociali. I criteri per decidere di operare un paziente sono oggettivi, ma si basano anche sulla condizione psicologica. Come in Vite al limite, bisogna verificare che il candidato sia idoneo all’intervento. Se ad esempio, dopo una chirurgia di slim gastrectomy (un intervento restrittivo dello stomaco, ndr), il paziente non perde peso o addirittura ingrassa perché si accorge che la Nutella riesce a mandarla giù lo stesso e ne mangia due barattoli al giorno, significa che non era pronto per l’operazione. Quanto ai rischi …sono tanti. A partire dalle insufficienze respiratorie, che costringono i pazienti a dormire con il “casco”, alla pressione sulle articolazioni che via via impedisce di muoversi, al rischio di cancro, e nello specifico al colon, e fino allo stesso Covid, più aggressivo nelle persone obese».


Dottore, si può guarire dall’obesità?

«Un intervento si dice che ha avuto successo quando il paziente riesce a perdere il 50% dell’eccesso di peso. Ma seguendo attentamente le prescrizioni, se ne può eliminare anche il 90 o il 100%. Quindi sì, si può guarire. Quello che mi preme però, è fare capire la gravità di questa patologia, ancora troppo sottostimata, troppo sottovalutata. Obeso non è semplicemente chi “mangia troppo”. E’ una patologia complessa, che richiede le giuste attenzioni. Chi vuole mettersi in contatto con noi può chiamare l’ambulatorio Chirurgia dell’obesità allo 0541 608818».

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