Rimini, Gnassi medita sul cartellino rosso a Lisi
Quella di ieri sarebbe potuta essere l’ultima seduta di giunta per la vicesindaca di Rimini Gloria Lisi. Ma non lo è stata: la vice di Andrea Gnassi negli ultimi dieci anni ieri mattina è stata infatti in tribunale dove si è tenuta un’udienza del processo contro un uomo che l’aveva minacciata di morte facendo irruzione nel suo ufficio in via Ducale nel 2019. La prossima seduta di giunta si terrà martedì ma Gloria Lisi potrebbe non fare più parte della squadra degli assessori dato che si è candidata sindaco per una lista di centrosinistra (al momento ancora senza nome) ma alternativa al Partito democratico. Il sindaco Andrea Gnassi si è preso ventiquattro ore per valutare se tenere in squadra Gloria Lisi oppure no. La vicesindaca, l’altro giorno, ha detto chiaramente che non ha alcuna intenzione di presentare le dimissioni, facendo notare che per Jamil Sadegholvaad, pure lui candidato, non è stato posto alcun problema. Ovviamente il caso Lisi è completamente diverso dato che ha scelto di candidarsi contro il Pd, partito di maggioranza relativa oltre che del sindaco, e dal momento che Rimini Attiva, la lista con cui era entrata in giunta, si è sciolta l’altro giorno nel momento in cui ha consumato lo strappo rispetto al tandem Sadegholvaad-Bellini (l’aspirante vice che l’ha sostituita pure nel comitato elettorale). Al momento, dunque, Lisi rappresenterebbe solo se stessa. E potrebbe anche essere sufficiente, in ragione del rapporto di amicizia oltre che di stima reciproca che l’ha sempre legata a Gnassi. Però c’è di mezzo la politica, in ballo ci sono le prossime elezioni e Gloria Lisi, portando via una fetta dell’elettorato cattolico e attento al sociale, potrebbe anche fare un danno importante alla coalizione che candiderà Jamil Sadegholvaad. Arrivando a sintesi: i bene informati ieri davano come probabile il ben servito di Gnassi a Lisi. Probabile, quindi, il ritiro delle deleghe, ma non scontato. Anche perché tra i due non c’è stato ancora alcun confronto, ammesso e non concesso che ce ne sarà uno.