Rimini, Giorgio Panariello al teatro Galli

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Tante risate, un pizzico di irriverenza, riferimenti all’attualità e ad aspetti, anche intimi, legati alla sua biografia oltre alla rivisitazione dei personaggi “classici” del repertorio. Giorgio Panariello torna sul palco da mattatore stasera al teatro Galli di Rimini (ore 21), per la prima data fuori dalla Toscana, con uno spettacolo ideato nel 2020 per celebrare i suoi sessanta anni d’età e venti di carriera, ma che la pandemia ha frenato per due stagioni.

L’abbraccio con gli spettatori gli è mancato: tradisce una certa emozione lanciando sui social l’appello a quanti, magari con il biglietto in tasca da quasi due anni, sono ancora dubbiosi se presentarsi in platea (lo spettacolo è un recupero dopo i rinvii del 7 aprile 2020, 27 ottobre 2020 e 4 maggio 2021). «I teatri sono luoghi sicuri: venite fiduciosi», dice Panariello. La favola mia, titolo preso in prestito da una canzone di Renato Zero, è un one-man- show: spettacolo cucito su misura sulle doti del comico toscano, protagonista sia in teatro sia in televisione fin dai tempi di Torno sabato, applauditissimo anche in Romagna. Si riparte da dove ci si era interrotti. Un accenno al Covid e alle vaccinazioni. «Attori e comici sono i virologi dell’anima». Poi due ore di divertimento per mettersi alle spalle le preoccupazioni, grazie a una medicina universale: la risata collettiva. Il filo conduttore è la vita che si intreccia con i sogni e le carriera: dall’infanzia con i nonni in Versilia fino alla scalata verso il successo con compagni di cordata come gli amici di sempre, Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni. Ma dietro ai travestimenti dei personaggi di scena, Panariello mette a nudo anche i propri sentimenti attraverso dolorosi riferimenti familiari, come la morte del fratello, che hanno segnato l’attore. Momenti di autenticità che conferiscono maggior valore al racconto “comico” dei suoi primi sessanta anni. Apertura porte alle 20.

Info Pulp concerti: 329 0058054

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