Rimini. Germano reale e 8 anatroccoli nella fontana del castello

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Un germano reale e i suoi otto “anatroccoli” sguazzavano nello specchio d’acqua davanti a Castel Sismondo. Una visione bucolica quanto inaspettata, e, in fondo, anche innaturale. Vedendo la mamma e i suoi piccoli pennuti passare da una vasca all’altra, attraversando la passerella e le aree verdi, tanti passanti si sono fermati per osservare incuriositi e preoccupati una scena insolita, che ha reso un po’ speciale un’ordinaria domenica di metà luglio.

Ipotizzando la loro paura e attribuendo il peregrinare continuo da una “fontana” all’altra alla disperata ricerca di cibo, alcuni presenti hanno chiamato la polizia locale. Accorse sul posto, due vigilesse tenevano a bada i curiosi e gli esperti improvvisati, pronti a lanciarsi in acrobatiche operazioni di cattura degli animaletti.

L’arrivo degli esperti

A radunare la mamma e gli otto piccoletti, alla fine, sono stati gli operatori volontari del Cras, il Centro recupero animali selvatici, che con le dovute cautele li hanno prelevati dallo specchio d’acqua e portati al sicuro.

Ora, spiegano dal Cras, «mamma germano reale e i suoi otto figlioletti si trovano di nuovo al sicuro, in un ambiente in cui possono sguazzare felici, alimentarsi e crescere sereni nel proprio habitat».

Dopo aver ricevuto le cure ed essere stati tenuti in osservazione, gli animaletti sono stati portati «in un lago naturale del circondario», precisano gli operatori. «Sono in libertà - assicurano - in un posto dove possono trovare acqua a sufficienza ad alimentarsi e a nuotare».

Nati “al castello”

Secondo gli esperti, gli otto piccoli anatroccoli e la loro mamma ieri mattina si trovavano fuori da Castel Sismondo «non perché qualcuno li aveva portati lì», come ipotizzato da alcuni dei presenti, ma, semplicemente, perché lì ci erano nati.

«Probabilmente sono venuti al mondo in una fioriera, - spiegano - la mamma ci sarà arrivata in volo, solo che quel posto per loro sarebbe stato troppo pericoloso: i bambini che corrono, i cani, i gabbiani, l’assenza di cibo. Lì, nelle vasche d’acqua di Castel Sismondo, non sarebbero mai sopravvissuti».

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