Rimini. Folla ingestibile per l’aperitivo. I locali: basta asporto

«Se si continua così la Vecchia pescheria diventerà il Bronx. E noi non ci stiamo, servono regole». E la soluzione potrebbe essere un regolamento che vieti l’asporto in quelle zone del centro dove si concentrano i giovani e dove il rischio assembramento è più alto. Lo chiedono alcuni gestori, come Andy Ormerod che con il figlio Steven gestisce il Foyer, in prima linea da quando il Covid ha spezzato la movida. L’assessore alla Sicurezza e Attività economiche Jamil Sadegholvaad conferma che una soluzione va trovata, «non si può arrivare a primavera con la stessa situazione dell’ultimo fine settimana, migliaia di persone ammassate fuori dai locali».

Gli assembramenti li hanno subìti e il clima tra gli stessi gestori dei locali non è tra i migliori. Tra il rischio multe, la voglia e necessità di tornare a lavorare, l’intemperanza di una parte dei clienti, ognuno affronta il pericolo contagio a modo suo, ma la maggior parte si trincera dietro le vetrine chiuse del lunedì mattina. Non si vuole parlare di quanto accaduto, il rischio di non potere riaprire c’è, soprattutto adesso che le forze dell’ordine hanno filmato gli assembramenti, registrando anche il comportamento dei gestori dei bar, ma di certo nessuno ha la ricetta per lavorare facendo rispettare le regole ai clienti. «Non è colpa nostra se i ragazzi prendono da bere e consumano qui davanti o poco distante, non siamo noi a dovere fare rispettare queste regole», è il coro di chi non vuole però “metterci la faccia”.

Meno lavoro ma migliore

Come fanno invece i titolari del Foyer, pronti anche a «tagliarci un braccio» pur di lavorare in tranquillità ed evitare le scene dei fine settimana. Il “braccio” sarebbe l’asporto, perchè il problema dei locali del centro è proprio questo: non è vietato ai locali servire da bere per l’asporto e quindi chi ha pochi tavoli esterni guadagna soprattutto con questa formula. Ma sarebbe vietato, per gli avventori, consumare per strada e lì possono intervenire solo le forze dell’ordine per fare rispettare il dpcm. Ma il questore è stato chiaro: ci sono situazioni in cui un intervento di forza può creare ancora più problemi.

«Più facile ovviamente verificare l’orario di chiusura, i controlli da noi li fanno spesso ma siamo stati noi in questi ultimi giorni a chiamare le forze dell’ordine, ben 12 volte tra venerdì e sabato», ammette Steven. Che però lancia l’idea di concordare con il questore una linea comune. «Non siamo mai stati sentiti a questo proposito, forse sarebbe il caso di convocarci».

La musica di certi locali attrae i giovani che, bicchiere in mano, passano poi il tempo a girare per strada e a vivere la zona come una discoteca a cielo aperto, tutti appiccicati. «Ma noi serviamo i clienti solo al tavolo – spiegano al Foyer – non possiamo allontanare tutti quelli che si mettono qua davanti a bere». E comunque le multe sono arrivate, una ventina nel fine settimana.

«A maggio avevamo fatto un’ordinanza che vietava l’asporto e in Vecchia Pescheria dato il permesso di allestire i banconi per fare sedere i clienti». Ma qui subentra la Soprintendenza visto che si tratta di un luogo storico, anche se fino al 31 marzo non è obbligatorio chiedere il suo parere sull’occupazione del solo pubblico. «Ma è un tema complesso, che non riguarda solo quella zona del centro – spiega Sadegholvaad –. Per questo dobbiamo concordare una linea con la prefettura e le forze dell’ordine, occorre una mappa delle criticità e capire se un regolamento di questo tipo possa essere efficace. C’è un altro tema, vietare l’asporto in questo periodo di forte crisi economica penalizzerebbe chi lavora per la maggior parte in questo modo e si dovrebbe dare semmai la possibilità di estendere il locale con dei tavolini all’aperto. Insomma dobbiamo lavorarci e trovare una soluzione condivisa, qualsiasi soluzione va comunque poi controllata dalle forze dell’ordine».

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