Rimini. Figli di coppie gay, Tonti: "Rimini abbia coraggio"

«Giù le mani dei nostri bambini. Questa destra di governo ultra conservatrice e retrograda torna a sfoderare i soliti temi identitari antigay per nascondere tutte le promesse non mantenute». Dopo l’ennesimo “No” al riconoscimento del ruolo di genitori per entrambi i componenti delle coppie omosessuali, il mondo gay riminese alza la voce. Ed a farsi portavoce di questo dissenso diffuso è Marco Tonti, consigliere comunale di maggioranza e presidente Arcigay. «Rimini mostri coraggio e l’amministrazione Sadegholvaad dica chiaramente che quelle bambine, quei bambini e quei genitori che, per legge, non possono essere trascritti all’anagrafe sono cittadini riminesi come gli altri».

Tonti, la commissione del Senato ha bocciato il certificato europei di filiazione.

«Questa Destra per coprire errori e promesse non mantenute è disposta a tutto, anche a rispolverare antichi temi identitari, che colpiscono i gay. Politicamente, infatti, si va a bocciare un provvedimento che permetterebbe a chiunque abbia avuto figli in qualsiasi stato Ue, diverso dal proprio, di essere riconosciuti genitori anche nel proprio Paese».

Su questo tema è esplosa una polemica a Milano tra il sindaco Sala e il prefetto Saccone. Lei da che parte sta?

«Da quella del sindaco Sala, naturalmente. Anche se va detto che il prefetto non ha fatto altro che sollevare una questione normativa, rilanciata da una recente sentenza della Cassazione, che il decreto Salvini del 2019 aveva fissato con l’inserimento della dicitura padre e madre al posto del termine generico genitori. Una differenza lessicale inserita ad hoc per stoppare le trascrizioni dei figli delle coppie omogenitoriali».

Al Comune Rimini com’è la situazione?

«Come quella degli altri Comuni italiani: le trascrizioni non si possono fare, perché vietate dalla legge. Mentre in passato alcune ce ne sono state, prima del 2019, però. E pensare che siamo davanti ad un tema che in città coinvolge più di una decina di coppie omosessuali con figli»

Cosa significa per una coppia gay avere un figlio tramite maternità surrogata e non poterlo trascrivere all’anagrafe?

«Significa che quel bambino ha il solo genitore biologico. L’altro, invece, è legalmente uno sconosciuto: non può assisterlo all’ospedale, in caso di ricovero, e non può, nemmeno, andare a colloquio dai professori».

Il ministro per la Famiglia, Eugenia Roccella ha detto che con la maternità surrogata il corpo femminile viene mercificato, con pagamenti fino a 100mila euro.

«Non è vero. La mercificazione avviene quando non c’è una regolamentazione. In Canada, ad esempio, c’è la maternità altruistica: non si paga nulla».

Che si sente di chiedere all’amministrazione Sadegholvaad?

«Che insieme ai parlamentari locali faccia pressione sul Parlamento affinché venga approvata una legge che riconosca anche alle coppie con figli nati col sistema della maternità surrogata il ruolo di genitori».

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