Rimini, Federico Taddia a "Mare di Libri"

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Lo scrittore, giornalista collaboratore de La Stampa, autore e conduttore di programmi radiotelevisivi Federico Taddia torna con “Chi sono? Io. Le altre. E gli altri” (De Agostini), volume scritto insieme a Daniele Grassucci, fondatore del celebre portale Skuola.net, considerato uno dei maggiori conoscitori del mondo della scuola e degli under 18.

L’ultimo libro di Taddia – pensato come strumento utile ai lettori a partire dai dieci anni ma anche agli adulti – è il risultato di un’indagine condotta su trentamila ragazzi dai 12 ai 17 anni ai quali sono state sottoposte 100 domande (chiuse e aperte) che toccano diversi temi: dall’amicizia all’amore, dal rapporto con il corpo al mondo dei social, dal credo religioso alla fiducia nel futuro, dal valore dell’impegno alle motivazioni che spingono a reagire e combattere, dal legame con la famiglia alla visione della società, della tecnologia, della scienza e della politica.

Da dove è scaturita l’idea di scattare un selfie alla generazione Z, che accomuna i nati tra il 1997 e il 2010, quindi i giovanissimi venuti dopo i boomer (nati tra gli anni ’40 e ’60) e i millennials, ragazzi che in questi ultimi mesi hanno pagato forse il prezzo più alto, conseguente alla reclusione imposta subendo dall'emergenza sanitaria?

«Due anni fa mi avevano chiesto di scrivere per La Stampa un articolo incentrato sul rapporto tra giovani e amicizia, e avevo chiesto a Grassucci di fare un sondaggio tra i giovani per poi fornirmene i risultati, che si sono rivelati interessantissimi. Ho quindi pensato di eseguire una sorta di fotografia della generazione Z e al tempo stesso di scrivere un testo finalizzato a far emergere le tante sfumature che costituiscono l’orizzonte emotivo di ogni ragazzo, elementi che solitamente i giovani hanno però paura di mostrare. Ne è scaturito quindi un lavoro che, partendo dalle particolarità di ogni soggetto, fosse confortante per la generazione che si è raccontata tra le nostre pagine: credo che i più giovani, leggendo di altri simili a loro, possano sentirsi rassicurati e comprendere che non esiste la normalità e che la differenza è riconoscersi nelle proprie specificità, e per me questo conta tantissimo».

Dal testo, non emerge alcun giudizio e anzi, è innegabile che sia un riuscitissimo tentativo di far sì che i giovani si sentano liberi di rappresentare liberamente la propria quotidianità pratica ed emotiva. Al di là delle generalizzazioni, quale la fotografia che avete ricostruito dell’universo young attraverso il vostro libro ricco di infografiche immediato, colorato e accattivante?

«Quella che emerge, è certamente una generazione arrabbiata nei confronti degli adulti, che spesso non ascoltano e anzi ostacolano i più giovani e che hanno contribuito a consegnare nelle loro mani un mondo e una società ricca di problemi (dall’inquinamento alla scuola, dalle dinamiche politiche alla questione scolastica). Al tempo stesso però, i ragazzi dimostrano una grande necessità di essere considerati e – ben lontani da alcuni stereotipi che ne vedono la totale apatia – sono animati dalla voglia di fare e impegnarsi, mettendoci la faccia, ed esserci nell’evolversi della società».

Oggi (ore 11.30, Sala del Giudizio, Museo della Città), in occasione del laboratorio “Chi siamo e cosa vogliamo”, presenterà il suo ultimo lavoro, grazie a un evento che sarà trasmesso in streaming e raggiungerà così tantissimi giovani. Cosa rappresenta per lei la possibilità di essere nuovamente a “Mare di libri”?

«Per un autore, esserci e confrontarsi con i propri lettori costituisce una grandissima forma di rispetto e responsabilità, e in questo momento partecipare al festival è anche una grandissima occasione di tornare alla normalità, con la consapevolezza che quanto accaduto non deve essere cancellato ma al tempo stesso rielaborato e superato».

“Chi sono? - Io. Le altre. E gli altri”, De Agostini, Milano, 2021, pagg. 240 | euro 14,90

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