Rimini. "Faccio saltare in aria te e tuo figlio", arrestato 34enne

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«Ti faccio saltare in aria: a te e a tuo figlio. Vengo dove lavori e ti lascio la tua roba e ti faccio casino così perdi il lavoro» Le minacce risalgono al 21 ottobre, il 30 poi l’uomo è passato alle vie di fatte: ha aggredito la donna che diceva di amare e l’ha riempita di botte, quindici giorni di prognosi perché voleva si trasferisse da lui. «Se io sono violento è colpa tua, con i tuoi comportamenti mi costringi a picchiarti», l’assurdo tentativo di giustificarsi da parte di un campano di trentaquattro anni, residente a Rimini finito in carcere con l’accusa di stalking e lesioni personali. Nel giro di pochi giorni è infatti scattata la procedura da codice rosso e il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Rimini su richiesta del sostituto procuratore Davide Ercolani ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare notificata dai carabinieri di Rimini. L’accusato si è trasformato in persecutore dopo avere allacciato con la parte offesa una relazione, nata a partire da un contatto casuale sui social nel 2020, il legame che aveva preso piede dopo che lui aveva soccorso la donna rimasta in panne con l’autovettura. Bene presto, però, lei si era stancata delle attenzione dell’amico e aveva scelto di chiudere la storia per fare riprendere quota alla sua relazione familiare. Le insistenze del campano nel voler vivere assieme alla donna erano diventate insopportabili. I contatti non si erano interrotti, nonostante la fine della relazione clandestina: lui ha iniziato a scrivere messaggi sempre più aggressivi e violenti. È arrivato addirittura a seguire la donna durante i suoi spostamenti, inviandole anche in tempo reale le foto della sua auto con il chiaro intento di farle capire che sempre sotto controllo e pedinata durante i suoi spostamenti. «Stai tornando da lui», e giù insulti. La violenza verbale e l’insistenza del ragazzo non sono diminuite col passare del tempo, ma anzi si sono rafforzate tanto da arrivare a picchiare la vittima o anche ad inveire contro di lei perfino in presenza dei carabinieri, in un’occasione in cui la donna aveva chiesto aiuto tramite il numero di emergenza 112. L’incubo, oramai diventato sempre più serio e concreto, ha avuto fine l’altro giorno, con l’esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo da parte dei militari della stazione carabinieri di Rimini-Principale. Nei prossimi giorni il trentaquattrenne potrà fornire la propria versione dei fatti davanti al giudice nel corso dell’interrogatorio di garanzia.

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