Rimini. Emergenza uomini per la polizia, allarme del sindacato

Archivio

«Da pochi giorni è stato diramato il piano potenziamento del personale della Polizia di Stato sul territorio nazionale, il Sap non è soddisfatto dei numeri di incrementi previsti a Rimini soprattutto per quanto riguarda le specialità». Lo sottolinea il segretario provinciale del Sindacato autonomo di polizia Roberto Mazzini. Delle 100 unità di rinforzo programmate nel corso degli anni, in Questura ne sono arrivate 80 negli ultimi 5 anni e 16 saranno in servizio entro sei mesi. «Peccato però - spiega Mazzini - che grazie alla legge Madia, la mole di pensionamenti nel giro di pochi anni assorbirà circa lo stesso numero degli incrementi». Una situazione che stride alla luce dei continui impegni cui il personale è chiamato, come nel caso del “Codice rosso” «ottima normativa di contrasto ai reati contro le fasce deboli, che ha portato un incremento delle attività su strada e di indagine urgente, ma il personale (Squadra mobile in primis, ndr.) che lo sviluppa ha unito questo nuovo incarico ad altri che già espletava».

Organici all’osso

Ma il vero tallone d’Achille è quello delle specialità. «Alla polizia postale e delle comunicazioni - sottolinea il segretario del Sap - manca il 50 per cento dell’organico», una “bestemmia” «in un periodo storico dove i reati sul Web si moltiplicano giorno dopo giorno». Non va meglio per la Polizia stradale. Il comando di Novafeltria è sottodimensionato del 20 per cento: delle 15 unità previste in servizio sono solo 9, esattamente la stessa situazione della sottosezione di Riccione. «La Polizia ferroviaria - prosegue - presidia la stazione con un manipolo di uomini per turno». Si chiede Mazzini «per quanto tempo si potrà reggere questo carico di lavoro? Le donne e gli uomini in divisa devono poter lavorare in sicurezza con il giusto numero di operatori in strada».

Violenza in crescita

Quella strada dove «aggredire personale in divisa - denuncia il segretario - ormai è diventato una costante. Abbiamo lanciato l’allarme a fine giugno quando una Volante è stata oggetto di lancio di bottiglie per festeggiare la vittoria della Nazionale. Ma non si parla solo di sputi, calci o insolenze agli inizi di novembre un collega si è trovato alle prese con un minorenne armato di coltello, uscendo miracolosamente illeso. In poco più di settimana sono state tre le aggressioni patite delle divise, l’ultima nella serata del 3 dicembre nei pressi della stazione dove i colleghi sono intervenuti per sedare una rissa». Per tamponare questa escalation, conclude Mazzini, non bastano i controlli, per ripristinare la legalità «servono pene più severe».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui