Rimini. Emergenza scuola per ottocento bambini profughi ucraini

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Ci sono 800 ragazzi ucraini che da settembre potrebbero frequentare le scuole riminesi nell’ambito del progetto di accoglienza attivato quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Il Comune a questo proposito ha chiesto alla Regione di cominciare a pensarci al più presto per non trovarsi impreparati, dato che se i numeri resteranno quelli attuali sarà necessario reperire spazi, docenti, personale ausiliario. Per non parlare dei servizi aggiuntivi a partire dal trasporto scolastico.

Cosa succede

La comunità ucraina della provincia riminese storicamente è una delle più copiose in Italia se rapportata alla popolazione residente: più di 5mila persone. Ovvio che l’invasione russa e la fuga dalla guerra abbia portato a Rimini un numero elevato di profughi per via dei rapporti di amicizia, parentela e grazie anche alla corposa macchina dell’accoglienza prima gestita volontariamente e poi dai progetti della Prefettura. Detto questo, la vita dei profughi deve essere organizzata, a cominciare dai più giovani che devono potere andare a scuola. Le lezioni ormai stanno finendo, ma c’è tutto il tema relativo al prossimo anno accademico. Può sembrare presto, ma non è così. In questo momento sono quasi 800 i giovani da zero a diciassette anni giunti dall’Ucraina e per i quali deve essere organizzato un percorso ad hoc.

“Facciamo squadra”

La scorsa settimana la vice sindaca con delega alla pubblica istruzione, Chiara Bellini, ha partecipato a un incontro in Regione con all’ordine del giorno una serie di punti fra cui i centri estivi. L’occasione quindi per Palazzo Garampi per porre la questione degli studenti ucraini e dell’inserimento scolastico, non certo con i toni dell’emergenza, piuttosto con l’obiettivo di pianificare con il giusto anticipo spazi, docenti, servizi. La vice sindaca infatti ha proposto di attivare tavoli di lavoro ad hoc sia con il Provveditorato sia con la Regione. In questa prima fase la priorità è quella di riuscire a capire quanti saranno i ragazzi interessati all’inserimento scolastico, quali istituti dovranno frequentare e soprattutto c’è da tenere sotto controllo gli spostamenti da qui a settembre, perché sono molti i profughi che tornano in Ucraina. La Regione ha offerto la propria disponibilità a sedersi a un tavolo comune e le prime riunioni saranno organizzate già nelle prossime settimane.

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