Rimini, elezioni, il sindaco Sadegholvaad: "Sconfitta tattica del Pd"

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Sconfitta netta, ma niente processo al leader. Il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad commenta i risultati elettorali, facendo i complimenti agli eletti Jacopo Morrone della Lega, che ha vinto la sfida personale nel collegio uninominale di Rimini con Andrea Gnassi del Partito democratico, in presicato comunque di guadagnare uno scranno a Montecitorio al proporzionale. "Spero e credo portino avanti le ragioni e le istanze di un territorio che oggi non chiede ma offre una 'best practice' per l'Italia intera".

Gnassi, si sofferma sul suo predecessore, ha fatto "una campagna eccezionale e passionale nel tentativo impossibile di conquistare un collegio dove nel 2018 si era già marcato una differenza di quasi 17.000 voti a favore del centrodestra. Le dinamiche nazionali hanno sovrastato qualunque altro discorso". Non a caso dei 27 Comuni della provincia solo a Rimini e a Santarcangelo il Pd è il primo partito: negli altri ha prevalso sempre e comunque Fratelli d'Italia, che solo 4 anni fa era il quarto o quinto partito". "Con un astensionismo record- allarga il perimetro del discorso- ma il Paese ha scelto. Tocca al centrodestra governare e in particolare a Fratelli d'Italia, l'unico partito che ha incrementato sensibilmente i propri suffragi".

Come sottolineato dal primo cittadino nei giorni scorsi, non c'è da "andare in montagna a fare la resistenza", infatti è stato un errore avere affrontato la campagna elettorale da parte del Pd "evocando come collante programmatico una resistenza 'contro'". 

Comunque l'auspicio di Sadegholvaad è di "non assistere nelle prossime ore al processo al leader. È stata una sconfitta tattica, perché non abbiamo capito il senso del Rosatellum e dunque ci siamo lasciati clamorosamente sorprendere dalla partita delle alleanze, ed è soprattutto un vulnus strategico".

Il campo largo delle forze progressiste, precisa, se la sarebbe giocata "all'ultimo voto con il centrodestra, con discrete possibilità di farcela". Certo, chiosa, "non si tratta di tessere da oggi una alleanza di vertice con i 5 Stelle o con il Terzo polo, ma di trovare assieme le ragioni, un programma e una linea chiara e proporle al Paese con estrema chiarezza". A livello locale, come dimostrano le vittorie elettorali alle Amministrative di Rimini, Cattolica e Riccione, "si riesce a comporre quel quadro che a Roma per mille motivi non si riesce più da anni", ecco perché Sadegholvaad più che a un partito dei sindaci pensa a "un partito delle città, inteso come capacità di esprimere alleanze sociali e di comunità per proporre concretezza nel quotidiano e in prospettiva". Per il livello nazionale, conclude, "da qualche parte bisogna cominciare e quella parte sono le città, non tanto o non solo i sindaci". 

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