Rimini. Educatrice ruba un cellulare e accusa un ragazzino

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Ruba un cellulare e poi fa incolpare del furto un minore ospite della cooperativa sociale dove lavora. La ladra, incastrata dalle riprese di una telecamera, è stata rinviata a giudizio e dovrà rispondere della sua condotta davanti al tribunale di Rimini. Guai, però, ne sta passando anche il ragazzino: ha infatti aggredito la responsabile della struttura che lo accusava del furto e per questo è stato indagato dalla procura della Repubblica del Tribunale dei Minori di Bologna.

Una vicenda incredibile iniziata il 26 agosto del 2021 quando una signora si è infilata in un bar tabaccheria della Valconca per acquistare le sigarette. Prese le bionde è poi risalita in auto per raggiungere casa, ma dopo poche centinaia di metri si è accorta di aver dimenticato nel locale il suo smartphone, un Samsung S9. Una manciata di minuti sufficienti però per non trovare più il telefono. Tornata nel pomeriggio sul posto, quella che poi si rivelerà la ladra, l’aveva avvicinata per chiedere contezza dell’accaduto. Particolare che la derubata racconterà ai carabinieri nell’integrazione della denuncia fatta un paio di mesi dopo. Il Samsung sparito era stato localizzato all’interno della cooperativa e lì erano andati i carabinieri cui veniva consegnato anche il presunto ladro che, nonostante fosse messo sotto torchio dalla responsabile della struttura, aveva continuato negare di essere il responsabile e alla notizia dell’arrivo delle divise l’aveva aggredita, finendo sì questa volta nei guai.

Caso risolto? Assolutamente no. La svolta arrivava dopo la visione da parte dei carabinieri delle immagini riprese da una telecamera accesa sull’ingresso del bar tabaccheria, dove si vedeva chiaramente entrare ed uscire dopo una manciata di minuti, l’educatrice. Lei sarà l’unico avventore a varcare la porta del locale nei minuti in cui la cliente sbadata si era accorta d’aver dimenticato il cellulare sul bancone ed era tornata sui propri passi. A questo punto l’educatrice veniva invitata in caserma dove raccontava di essere entrata al bar per consumare una bibita e di non aver notato la presenza di nessun altro avventore. Ricostruzione smentita dalla barista che riferisce di non aver avuto nessuna ordinazione da lei perché impegnata a dare indicazioni a dei turisti. È a questo punto che la derubata viene convocata dai carabinieri e “ricorda” il particolare di quella strana richiesta rivolta dall’educatrice il pomeriggio seguenti al furto, inchiodando così definitivamente la 33enne, che ha già precedenti per reati contro il patrimonio, alle sue responsabilità. L’imputata è difesa dall’avvocato Alessandro Totti, la parte offesa è assistita dall’avvocato Stefano Caroli.

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