Rimini e il 77enne che ha bloccato le ladre: "Mi sono stancato, ho quattro figli e non sono mai andato a rubare"

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  • 12 settembre 2023

«Mi potete anche uccidere ma io non vi mollo. Quelli sono i soldi del mio lavoro di una settimana. Ero così arrabbiato che le ho bloccate attaccandomi alla loro auto in corsa. Però alla fine le abbiamo arrestate». Il signor Agostino ha 77 anni, i riflessi pronti come quelli di un ragazzino e ieri mattina aveva anche un cerotto in fronte a memoria dell’accaduto. «Oh, ma non è nulla, è una scorticatura. Però stavolta ho detto basta, quando ho capito che ero stato derubato non c’ho più visto e a quelle ho urlato dietro».
Senza pensarci sopra, quando ha visto due giovani donne con fare sospetto uscire dal suo negozio, la “Legatoria Romagnola” di via Matteotti, le ha inseguite e nonostante le due avessero tentato la fuga in macchina le ha fermate aggrappandosi alla portiera.
Le due donne, di etnia Sinti, vivono in una casa mobile in un campo attrezzato in provincia di Rimini, e sono state arrestate in flagranza per rapina dai carabinieri di via Destra del Porto.
Ieri mattina, difese dall’avvocato Ninfa Renzini, le due ragazze di 25 e 22 anni sono state ascoltate dal giudice Raffaella Ceccarelli durante l’interrogatorio di garanzia, al termine del quale ha convalidato il fermo e disposto i domiciliari per la sola 25enne. La più giovane infatti è in stato di gravidanza avanzata e dopo i fatti si è sentita male e la Procura non aveva avanzato richieste di custodia cautelare.


Signor Agostino come sono andate le cose?

«Erano circa le 17,15 di venerdì, quando mi sono assentato un attimo dal negozio. Ma proprio un minuto per andare a prendere qualcosa nella mia vettura, quando sono tornato indietro ho trovato le due ragazze che uscivano dal negozio e ho capito che avevano rubato i soldi».

A quel punto cosa ha fatto?

«Le ho inseguite. Loro sono salite in auto, ma io ho messo il piede nella portiera per tenerla aperta e mi sono aggrappato all’abitacolo. La ragazza alla guida ha messo in moto e mi ha trascinato un centinaio di metri. Poi andava avanti e indietro per farmi cadere. Urlavo aiuto e mi tenevo forte: “mi dovete ammazzare ma io non mollo”, dicevo alle due ragazze. Poi è arrivata gente e un’altra macchina si è messa di traverso per bloccare le due. Così si sono fermate. Un passante mi ha prestato il cellulare e ho chiamato i carabinieri. I soldi li avevano nascosti in uno sportellino segreto sotto il volante. Erano i 550 euro che tenevo chiusi in un cassetto in negozio».

È la prima volta che le capita una cosa del genere?

«No, ho il negozio in via Matteotti da 43 anni e fregature ne ho prese. Mi sono stancato però, io ho quattro figli e per mantenerli non sono mai andato a rubare, e sarei anche in pensione, ma lavoro lo stesso».


Aveva già visto le due ragazze?


«Erano venute qualche giorno prima a prendere informazioni. Sarà stata una scusa per fare un sopralluogo e tornare a colpire. Mi hanno badato e appena sono uscito hanno rubato. Mi hanno anche detto dei vicini che sono le stesse che qualche giorno prima erano entrate nel condominio qui sopra a cercare un dentista. Suonava tanto di una scusa però. E le persone hanno aperto la porta». 

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