Rimini e i cantieri: corsa contro il tempo da 109 milioni

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È una partita che vale 109 milioni di euro, quella del Pnrr, ma è una sorta di corsa contro il tempo. I lavori devono essere ultimati entro il 2026 (in alcuni casi un anno prima), ma i rischi sono tanti a partire dal costo delle materie prime in costante aumento e quindi le imprese potrebbero disertare le gare di appalto. È il senso del “grido di allarme” ribadito ieri dall’assessora al territorio Roberta Frisoni al termine della commissione dedicata ai fondi del Piano di rilancio.

«Il 2023 è l’anno delle gare e degli affidamenti, i lavori devono essere assegnati entro quest’anno» ricorda l’assessora.

Qualche esempio. «Il Metromare entro marzo, mentre il Parco del mare sud è andato a bando alla fine del 2022».

Oltre ai tempi, esiste un pericolo: le materie prime. «Il prezzario di luglio non era più coerente con quello di settembre e ottobre. La preoccupazione è che non siano più rispondenti ai valori di mercato, le aziende non partecipino e le gare vadano deserte». E addio scadenze da rispettare.

I maxi rincari già scattati

Esiste un “antidoto”. «Il governo mette risorse aggiuntive e lo stesso fa il Comune. Per il Parco del mare abbiamo ottenuto 5,8 milioni in più, oltre ai 20 assegnati, proprio per fronteggiare l’aumento dei prezzi». In cambio però si chiedono tempi più rapidi e la gara è stata attivata entro la fine del 2022. Quanto possono incidere i prezzi? «Gli aumenti a volte sono del 30 per cento - rimarca l’assessora Frisoni -. Il Comune non ha rinunciato ad alcun progetto attivando risorse proprie oppure intercettando finanziamenti in più dello Stato».

Un altro pericolo è rappresentato dalla complessità di alcune opere che mutano il tessuto urbano e quindi le “trappole” possono essere all’ordine del giorno. Un esempio? Il Metromare destinato a unire la stazione ferroviaria alla Fiera (49 i milioni elargiti dal Pnrr). «I cantieri che si innestano in una città possono riservare sorprese, vale per Rimini come per qualunque altra città italiana». Quindi? «Il governo deve tenere presente simili problematiche e traghettare i progetti verso il traguardo. Si chiede elasticità quando si affrontano simili cantieri».

Fra le opere che devono andare a gara entro il 31 marzo si ricordano la cittadella dello sport ex Area Ghigi (intervento da 5 milioni), la conversione di Rds Stadium in centro federale Fids (4 milioni), la piscina comunale a Viserba (10,5 milioni), il Metromare (49 milioni).

Riconosce al Comune di essere riuscito a intercettare «diversi fondi» del Pnrr, evidenzia un paio di criticità e in chiave futura chiede di fare squadra, «opposizione compresa». È il senso dell’intervento di Luca de Sio, capogruppo della Lega che ha chiesto di convocare la commissione dedicata al piano di rilancio.

Detto questo, le «note dolenti». «C’è un rammarico - spiega De Sio - per un dato provinciale (terz’ultima provincia in regione per risorse intercettate) assolutamente preoccupante per il quale forse il Comune di Rimini ha la sua dose di responsabilità, non avendo approntato adeguate azioni di sostegno e coordinamento con altri Comuni della provincia».

Non solo. Nella decisione delle opere da finanziare è mancata la «condivisione», sarebbe invece stata l’occasione per «risolvere annosi problemi».

Qualche esempio? «L’alternativa al Ponte di Tiberio, il collegamento Porto-San Giuliano, le colonie, l’anfiteatro, parcheggi, studentato. Il Pnrr è vero che non finanzia ogni tipo di opera, ma si sarebbe potuto sfruttare almeno parzialmente anche su questi aspetti».

Quindi la proposta di fare squadra, perché gli «avversari sono tanti: rischio bandi deserti e aumento prezzi, tempistiche da rispettare».

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