Rimini, droga e prostituzione in hotel: gestori nei guai

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Prostituzione, droga, immigrazione clandestina. È un turbinio di reati che prende forma tra appartamenti e hotel di Miramare, una vicenda portata alla luce dalle segnalazioni dei residenti di un palazzo, stanchi e insospettiti dal via vai continuo di uomini diversi a tutte le ore del giorno e della notte. I carabinieri della stazione di Miramare si sono quindi appostati in strada, fuori dal palazzo e nella hall di un hotel di via Biella scelto come location per gli incontri sessuali a pagamento. E alla fine, i dialoghi con alcuni clienti, i pedinamenti e le attività di osservazione hanno portato i militari a eseguire ieri mattina otto misure cautelari e a sequestrare preventivamente un immobile, l’appartamento in un condominio in viale Regina Margherita, dove le prostitute alloggiavano e ricevevano i clienti.

Gli indagati

Nella rete delle indagini iniziate a febbraio 2021 sono finiti anche un professionista riminese di una settantina di anni e una donna di origini russe, entrambi accusati di sfruttamento della prostituzione, oltre ai gestori, marito e moglie (difesi dall’avvocato Massimiliano Orrù), di un hotel in cui le prostitute, dopo aver adescato gli uomini in strada, portavano i clienti. Il compito del professionista, secondo le risultanze delle indagini, era quello di accompagnare donne e transessuali nell’appartamento (di proprietà della donna russa, di cui sarebbe amico da diverso tempo), e organizzarne gli spostamenti. Nell’appartamento di viale Regina Margherita, inoltre, aveva trovato “ospitalità” anche un uomo clandestino, cacciato dalla russa e dal riminese quando non fu più in grado di pagare l’affitto. E del resto, anche la cifra dell’affitto richiesto alle “lucciole” per soggiornare nel locale è saltato agli occhi degli inquirenti: i due indagati riuscivano a guadagnare tra i 2mila e i 3mila euro al mese. Inoltre, il professionista sulla settantina avrebbe indirizzato almeno una delle prostitute all’hotel, dove, (sempre secondo le indagini), si tollerava abitualmente la presenza di ragazze che “esercitavano”.

Botte e maltrattamenti

Si tratta, per ora, di quattro obblighi di presentazione all’autorità giudiziaria e di altrettanti divieti di dimora nella provincia di Rimini, disposti dal giudice per le indagini preliminari Raffaella Ceccarelli. Tra gli indagati, però, figura anche una nona persona, la consorte dell’albergatore, verso la quale non sono state prese misure di alcun tipo. Destinatari dei provvedimenti cautelari, poi, anche due rumeni (incastrati dalle intercettazioni telefoniche), un tunisino e un marocchino. I nordafricani, nello specifico, sono ritenuti responsabili di spaccio di hashish e cocaina: i militari hanno infatti accertato almeno 40 cessioni di dosi tra i frequentatori delle prostitute. Uno dei due uomini romeni, invece, risulta aver picchiato e maltrattato la compagna, obbligandola a prostituirsi, forzando la sua volontà. In uno degli episodi più violenti, l’avrebbe ferita con pugni alle costole tanto feroci da non permetterle più di muoversi. Il connazionale, invece, è accusato di sfruttamento della prostituzione, così come il terzo indagato di nazionalità italiana.

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