Dopo 40 anni suor Clara riabbraccia la bambina che ha allevato. Il convento delle sorelle dell’Immacolata di Miramare ieri ha ospitato lo struggente incontro tra la 61enne Paola Drudi e suor Clara, missionaria nelle Filippine da metà dei suoi 83 anni. Dalle colonne de Il Corriere di Romagna la religiosa aveva lanciato nelle settimane scorse un appello per ritrovare la piccola conosciuta 6 decadi fa presso l’Istituto della congregazione di Morciano. A sostenere la sua disperata ricerca è sceso in campo il consigliere di Un bene in Comune a Santarcangelo, Barnaba Borghini. Tra mail e telefonate anche oltreconfine, è arrivata infine quella insperata: «Sono io la Paola che cercate».
La sua ombra
«Mi sembra passata solo qualche ora dal nostro ultimo incontro, eppure è avvenuto negli anni Novanta – rivela Paola –. Sento fortissimo il legame che ci unisce. È proprio vero: quello che doni a un bambino gli resta nel cuore per sempre». Poi ripercorre la sua storia: «Sono stata fortunata, perché ho avuto non una ma quattro mamme: la donna che mi ha messo al mondo morendo giovanissima di leucemia, quella che mi ha allattato assieme a sua figlia e poi suor Clara che mi ha cresciuta dai 9 mesi fino ai 5 anni, finché sono stata adottata dalla mia quarta madre quando avevo 9 anni e mezzo». Guardandola con affetto, suor Clara ricorda che la bambina era divenuta la sua ombra. «Mi seguiva ovunque dalla chiesa al bagno dove, ritta su uno sgabellino, adorava insaponarmi i capelli».
Il filo dei ricordi
Le fa eco Paola: «Quando sono nate le mie figlie, Barbara e Alessandra, l’ho guardata con semplicità, dicendo: “Sei diventata nonna”». I primi 5 anni della sua vita sono paragonabili a una giornata d’estate, fra corse a perdifiato nei due cortili del convento, in compagnie delle altre orfane e delle signorine che vi studiavano per tornare a casa al pomeriggio. «Allora non si aveva paura di sporcarsi, – sorride Paola – si giocava con la terra e si volava sull’altalena. Mi chiamavano Pallina perché avevo l’argento vivo addosso: un nomignolo che mi ha accompagnato negli anni». Poi il fulmine a ciel sereno. suor Clara, che era maestra d’asilo, viene trasferita nell’Istituto delle suore Parlottine a Bologna. Uno choc per la piccola di 5 anni che la chiama mammina. «So ancora a memoria l’indirizzo – confessa Paola -. In compenso ho cancellato tutti gli anni successivi, finché una coppia che aveva perso la figlia ha varcato la soglia del monastero. Avevo 9 anni e mezzo e per me è iniziata una nuova vita a Santarcangelo». Passano gli anni ma Pallina e la religiosa restano in contatto con lettere, telefonate e visite. Paola conquista la qualifica di cuoca, si trasferisce a Gatteo e si sposa a 17 anni e mezzo diventando mamma a stretto giro. «Ho una nipotina di 9 mesi, la stessa età che avevo quando ci siamo conosciute – prosegue ancora la 61enne -. Suor Clara l’ha già vista in un video ma dato che si fermerà in Romagna sino a settembre avranno modo di incontrarsi».
Nuove generazioni
Le due donne ridono, si abbracciano, ogni tanto gli occhi si fanno lucidi mentre dividono le ciliegie dell’orto di Paola. «Le ho chiesto cosa potevo portarle – spiega l’ex Pallina – e lei mi ha chiesto un po’ di frutta». «Hai ancora una splendida voce squillante», nota di rimando suor Clara. «Lamenti qualche acciacco e gambe che non obbediscono più ma t’ho riconosciuta all’istante», dice Paola aggiungendo: «Dobbiamo accettare che gli anni passano e prendere quello che la vita ci dà». Di Clara ha sempre ammirato la fede e il coraggio di andare dall’altra parte del mondo. «Non so se le assomiglio in questi slanci, ma tengo duro. Posso ringraziare Il Corriere di Romagna e Borghini? Ho compiuto gli anni lo scorso 20 maggio: mi avete fatto il regalo più bello», dice stringendo la mano nodosa di suor Clara, come in quella foto in bianco e nero di 60 anni fa che le ritrae mentre camminano spedite, la religiosa con un vassoio in bilico e Pallina che guarda l’obiettivo con un bavaglino bianco che sobbalza incorniciando il suo grande stupore.