Rimini. Doping, dopo 4 anni assolta la pattinatrice Sara Venerucci

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RIMINI. «Questa piena assoluzione spazza via ogni dubbio su una carriera straordinaria che ha dato lustro alla nostra città e al Paese intero grazie ai titoli Mondiali e Nazionali». Sono le parole di grande soddisfazione pronunciate dall’avvocato Moreno Maresi, dopo l’assoluzione «per non aver commesso il fatto» della pluricampionessa di pattinaggio Sara Venerucci, alla sbarra dal 2017 con l’accusa di frode sportiva. Per la procura della Repubblica che aveva chiesto e ottenuto il giudizio immediato, avrebbe fatto uso di sostanze dopanti prescrittele dal medico Guido Porcellini di Pesaro. L’ipotesi di reato è di frode sportiva. Alla campionessa i magistrati riminesi contestavano di aver assunto anfetamine e un altro farmaco che avrebbero alterato le sue prestazioni sportive. Reato concretizzatosi, secondo le indagini degli uffici al terzo piano del palazzo di giustizia, nel giugno del 2014. Con lei sono stati assolti anche il dottor Porcellini ed i genitori cui era stato contestato il concorso nel medesimo reato: per la Procura mamma e papà, assistiti in giudizio dagli avvocati Mattia Lancini e Michele Maresi, in qualità di allenatori, non potevano non sapere che la figlia aveva deciso di prendere sostanze che potenziavano le sue prestazioni.

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