Rimini, donna russa minacciata dai vicini ucraini: "Qui non ti vogliamo, ti facciamo a pezzi"

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Una convivenza difficile, quella tra russi e ucraini, anche tra le mura di una palazzina del Riminese. Esasperata dalle continue minacce, esacerbate proprio nell’ultimo periodo a causa delle scoppio del conflitto armato, una donna russa, residente nella zona di Rimini sud insieme alla famiglia, si è rivolta ai carabinieri per denunciare i vicini, una coppia di ucraini. L’uomo e la donna, secondo quanto dichiarato dalla russa agli uomini dell’Arma, da anni davano il tormento a tutta la famiglia con continui dispetti, disturbando la quiete della sera con feste e cene rumorose, facendo fare i bisogno al cane nelle aree comuni, occupando il loro posto auto e apostrofandoli con insulti e offese. Un'insofferenza nei confronti della donna russa esplosa intorno al 10 di marzo quando, al ritorno dal lavoro nel tardo pomeriggio, si è ritrovata la serratura del portone manomessa dalla colla, e la coppia di ucraini dirimpettai insieme a un’altra inquilina del palazzo della stessa nazionalità sul pianerottolo ad osservarla.

«Adesso mi odiano ancora di più», ha raccontato ai carabinieri alludendo allo scoppio della guerra, e spiegando che a quel punto sarebbero scattate le minacce: «Devi tornare in Russia», «devi fermare Putin», «Noi qui non ti vogliamo», «ti faccio a pezzi». Impaurita, la donna ha quindi chiamato a gran voce il marito, chiedendo che intervenisse in suo soccorso per difenderla dalle minacce dell’ucraino. Tuttavia, secondo quanto dichiarato ai carabinieri, a quel punto il vicino sarebbe rientrato nel suo appartamento, continuando a proferire minacce dello stesso tenore in lingua russa. Una volta rincasati, moglie e marito si sono quindi messi al lavoro per serrare la porta d’ingresso e pulire la serratura con sgrassanti e detersivo. Estenuata e preoccupata, la donna russa ha quindi deciso di portare le minacce e le ostilità provenienti dai vicini ucraini all’attenzione delle autorità. Difesa dall’avvocato Stefano Caroli, la donna si è quindi riservata la possibilità di costituirsi parte civile in processo per le minacce subite e per il danno arrecato alla serratura. Tensioni nei rapporti tra russi e ucraini, sono state segnalate più volte anche da Padre Serafino, il parroco della chiesa ortodossa riminese, che aveva lamentato l’inasprirsi dei rapporti tra i fedeli delle due nazionalità, già a partire dall’occupazione della Crimea nel 2014.

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