Rimini. Dehors, Soprintendenza in retromarcia

Rimini

«Noi vogliamo il rispetto della città, che prevalga l’interesse pubblico su quello privato». Il responsabile della Soprintendenza delle Belle arti per la provincia di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, Vincenzo Napoli, prova a spegnere le polemiche create intorno al caos dehors del centro storico. Quando si parla di “terrazze” all’esterno dei pubblici esercizi, la volontà della Soprintendenza è quella di «rinnovare le concessioni che vanno in scadenza a coloro i quali hanno rispettato il regolamento» scritto a quattro mani con il Comune.
Napoli non ha avuto ancora modo di leggere la lettera inviatagli in merito dal sindaco Andrea Gnassi. In cui comunque «sicuramente il primo cittadino dice cose giuste». Ma i piani sono diversi: la Sovrintendenza esprime «valutazioni di merito, riferite al luogo culturale in cui si trovano», ha un ruolo «tecnico, rappresentiamo lo Stato, non entriamo in polemica».
Con l’amministrazione comunale, sottolinea, «non siamo in posizione di contrapposizione, il senso è di reciproca collaborazione».
Eppure di polemiche in città se ne stanno facendo, associazioni ed esercenti sono sul piede di guerra, preoccupati di dovere smontare tutto in attesa della bella stagione. Ma secondo Napoli sono state innescate proprio da chi al regolamento è venuto meno. Regolamento, precisa, che è un «indirizzo» e all’interno del quale ci sono «anche autorizzazioni stagionali e non solo annuali come si vuol far credere». Di certo è «chiaro che chi commette abusi non può essere considerato alla pari di chi rispetta le regole e spetta all’amministrazione esprimere e tutelare il buon diritto».
Insomma, la volontà della Soprintendenza è quella di «trovare insieme una soluzione, non abbiamo ancora fatto nulla». «Esprimiamo - ribadisce Napoli - una valutazione di merito su un oggetto posto nel centro storico», che è protetto per legge, facendo «solo la tutela dell’interesse pubblico».
Tocca invece al Comune «distinguere i buoni dai cattivi, chi rispetta le regole da chi non lo fa». E in questo «lavoro di tutela», conclude Napoli, «ci sono dehors che in certi punti della città non ci possono stare e il nostro compito è la valutazione dell’inserimento in alcuni angoli del centro storico». E in questo caso è emblematico l’esempio di Ravenna: anche nella centralissima piazza del Popolo, salotto della città, nessun dehors, ma solo sedie, tavolini e ombrelloni.

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