Rimini, "cuocio le torte con la luce". La cucina solare da terrazzo

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«Sono uno smanettone romagnolo». Matteo Muccioli, 43 anni di Viserba, è in realtà un ingegnere meccanico che ha inventato “Kimono solar cooker”, un forno solare da giardino, ma anche da terrazzo, che raccogliendo semplicemente la luce solare cuoce il cibo. Non ha bisogno di altra energia che quella dispensata dal sole, non genera emissioni nell’aria, non produce materiali di scarto da smaltire. Ce lo si può autocostruire, perché Muccioli ha reso anche tutto open source, on line. Kimono possono averlo tutti senza spendere un euro e risparmiare anche sulle bollette. Ora insieme ad altri quattro colleghi ingegneri, di Roma, Siena e delle Marche sta facendo nascere l’Associazione italiana cucina solare che avrà lo scopo di divulgare la conoscenza dei forni solari e il loro utilizzo, ricette comprese.

Passione per le rinnovabili

«È una storia strana. Fin da piccolo sono stato appassionato di energie rinnovabili, in particolare mi interessava il vento e come convertirlo in energia. Poi nel 2010 ho scoperto, a una conferenza, il mondo dei forni solari e ho cominciato a trafficare con l’intento iniziale di creare una macchina per generare vapore con l’energia solare. Poco alla volta mi sono orientato sui forni perché era una macchina che interessava direttamente la vita delle persone, la loro esigenza di cuocere i cibi - racconta Muccioli -. In realtà nel mondo ci sono milioni di persone che cucinano utilizzando solo forni solari, il primo lo progettò un alpinista nel 1700. A Rimini credo di esserci solo io». Nemo profeta in patria si sa, ma basta spostarsi di poco e scoprire che la sua invenzione è già molto conosciuta. «A Castelfranco Veneto c’è una comunità di cucina solare che ne ha costruiti 270, praticamente c’è una buona parte del paese che cucina con il forno solare - racconta l’ingegnere -. Il fatto che questa modalità, così poco impattante, non abbia preso piede è più che altro dovuto a un fattore culturale. Si parte dal presupposto che occorre programmare quello che si vuole mangiare la sera prima e occorre pazienza anche per cuocere, oltre al fatto che serve il sole, e se non c’è...».

Ricettario solare

Se il vantaggio energetico è indubbio, e stando alle parole dell’inventore la difficoltà sia per la costruzione che per l’utilizzo è ridotta al minimo, anche la qualità dei cibi ne beneficia. «Questo tipo di cottura non genera processi di tostatura o caramellizzazione, solo a fine del processo c’è la crostificazione della superficie e il cibo si cuoce tutto contemporaneamente». Alcuni studi compiuti sull’utilizzo di altri forni solari dall’Università di Roma 3 confermano che la cottura solare preserva anche le vitamine del gruppo E e gli antiossidanti presenti negli alimenti. «I miei figli sono “nativi solari”, essendo nati in contemporanea con il mio forno Kimono e apprezzano molto le torte che cucino, oggi riconoscono chiaramente la differenza con quelle cotte nella maniera tradizionale, e preferiscono quelle cotte col sole - dice Muccioli -. Con l’Associazione di cucina solare che stiamo per fare nascere abbiamo l’obiettivo di pubblicare un ricettario che guidi alla cottura solare dei piatti italiani più noti, dalle lasagne alla pizza. Abbiamo pubblicato un piccolo ricettario con l’Associazione astronomica del Rubicone di cui sono socio, anche quello è in rete». Per ora dai forni solari Muccioli non ha voluto ricavare un euro, «il senso dell’operazione è che una macchina come questa serva a innescare economie in luoghi particolari, ad esempio adesso ho un forno che viene testato in Etiopia in un contesto di rigenerazione di una piccola economia locale, o per assecondare la richiesta di sostenibilità dei singoli che vogliano mettere in atto comportamenti virtuosi». Ma non è detto che nel prossimo futuro non ci siano anche altre novità.

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