Rimini, condomini e superbonus 110%: ora i tempi sono strettissimi

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È un provvedimento quello del governo Meloni sul superbonus 110 che alimenta dubbi e perplessità. Tra le imprese edili (è di ieri l’allarme default lanciato, su queste colonne, dalle associazioni di categoria, Ance e Cna) ma anche tra gli amministratori di condominio. Se, infatti, la riduzione al 90% del bonus per l’efficientamento energetico degli edifici riduce le spese a carico dello Stato, dall’altro penalizza fortemente i cittadini, specie quelli meno abbienti, ossia quella fascia di popolazione, cioè, relegata nelle periferie e in alloggi maggiormente bisognosi di interventi di riqualificazione, che, costretta a partecipare alle spese per i lavori, anche se in minima parte, con risorse proprie, potrebbe rinunciarvi per mancanza di liquidità. Mettendo, così, gli amministratori di condominio nella scomoda condizione di dover stoppare iter già avviati.

Amministratori in difficoltà

Spiega Andrea Bracaglia, presidente dell’Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari per il territorio di Rimini (Anaci): «Le informazioni che abbiamo per ora sono quelle rese note dalla presidente del Consiglio Meloni in sede di conferenza stampa. E cioè che il bonus scenderà al 90%. Niente altro». Ad eccezione di quei condomìni che abbiano già approvato in assemblea l’intervento e presentato in Comune (entro il 25 novembre), la comunicazione di inizio lavori, la cosiddetta “cilas”: in quel caso il credito fiscale resterebbe al 110%. Sottolinea, però, l’avvocato Bracaglia: «Credo che saranno ben pochi i condomìni che potranno beneficiarne, perché i tempi sono molto stretti. Basti pensare che l’approvazione dei lavori in assemblea dovrà avvenire entro il 18 novembre, prima cioè che l’esecutivo vari il decreto aiuti quater (comprensivo, appunto, delle modifiche al superbonus, ndr). Insomma, sei giorni appena. Troppo pochi. Con la logica conseguenza che chi non riuscirà ad ottemperare alla pratica per quella data, si troverà a dover decidere se accettare l’intervento al 90% del bonus oppure rinunciarvi e pagare i tecnici che hanno portato avanti progetto e iter burocratico».

Tempi ristretti

Una beffa bella e buona, dunque. «Certo – conferma il presidente dell’Anaci –, soprattutto per le fasce meno benestanti della popolazione che, invogliate dal 110, avevano già dato l’ok ad aprire l’iter, senza magari essere riuscite a portarlo a termine con l’approvazione in assemblea. Si ritroveranno, ora, a dover pagare in ogni caso: o i tecnici incaricati che hanno seguito la pratica oppure parte del superbonus, ovvero la differenza fra 110 e 90%». E aggiunge Luciano Mellini Sforza, amministratore di condominio: «È ipotizzabile, a questo punto, un calo di richieste di superbonus. Perché una cosa è ritrovarsi un immobile riqualificato senza sborsare un euro, un’altra cosa è intervenire mettendo mano al portafogli, in concomitanza, peraltro, col caro bollette, che sta già creando forti difficoltà a molte famiglie riminesi. Vorrei ricordare, tra l’altro, che, mediamente, un cantiere superbonus per una palazzina di dieci appartamenti costa 400 mila euro. I conti, quindi, sono presto fatti». Chiosa Bracaglia: «Non dimentichiamo poi che siamo in situazione di crediti d’imposta superbonus bloccati e di molti cantieri fermi. Per cui sarebbe opportuno che il governo Meloni provvedesse, il prima possibile, ad aprire un tavolo di confronto a Palazzo Chigi con le associazioni di categoria delle imprese, degli amministratori di condominio e delle banche. Così non si può certo andare avanti».

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