Rimini, codice rosso per un fornaio accusato di stalking

Rimini

Le minacce di morte verso l’ex moglie, da quando il suo matrimonio è naufragato per colpa dell’alcol e della cocaina, le ha esternate davanti a lei, ai figli minori e a molti testimoni. Quelle ai figli «a me non interessa nulla dei miei figli. O tutto o niente. O con me o sottoterra», invece, le ha fatte a una delle due psichiatre che in fasi diverse l’hanno seguito, arrivando entrambe alla stessa conclusione: il rischio che possa uccidere la madre dei suoi figli è reale. Questo gli era valso la denuncia per stalking e la cancellazione della patria potestà da parte del tribunale dei Minori di Bologna.
Intemperanze che al fornaio 40enne sono costate denunce, tre arresti e altrettante condanne patteggiate. In carcere non c’è tornato grazie alla sospensione condizionale delle pene. Ma dal prossimo 5 dicembre, la sua vita ufficialmente da incensurato, potrebbe cambiare radicalmente. Il tribunale di Bologna, infatti, deve pronunciarsi sulla richiesta del questore di Rimini Francesco Di Cecco alla Direzione distrettuale antimafia, prima volta in provincia di Rimini, per l’applicazione al fornaio del regime di sorvegliato speciale. Provvedimento contemplato dal “Codice rosso” per chi commette nell’ambito dello stalking, molteplici reati in un lasso di tempo molto ristretto.
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