Rimini, chiesta la confisca del "Cristo" di Michelangelo

Rimini

Nuovo colpo di scena nella vicenda del Cristo crocifisso attribuito a Michelangelo, una statuetta lignea di 40,2 centimetri, al centro di una lunga contesa giudiziaria che vede intrecciarsi sullo sfondo mafia, massoneria, Vaticano, servizi segreti. Quando ormai tutti davano per scontata l’imminente restituzione del prezioso oggetto dalle autorità sammarinesi al presunto legittimo proprietario (Angelo Boccardelli) infatti, la procura di Rimini è intervenuta a sparigliare le carte. Il pm Davide Ercolani ne ha infatti chiesto la confisca al Gip del Tribunale Vinicio Cantarini (nella qualità di giudice per le esecuzioni) sulla base dell’articolo 174 del decreto legislativo numero 42 del 22 gennaio 2004.

Secondo l’interpretazione del sostituto procuratore, infatti, la confisca prevista per il reato di esportazione abusiva dei beni culturali va disposta anche se il privato non ha riportato alcuna condanna penale. L’inchiesta riminese si è chiusa con un’archiviazione dovuta alla prescrizione (erano indagati Angelo Boccardelli, 70 anni, e Giorgio Hugo Balestrieri, 76 anni, entrambi noti alle cronache). Sulla richiesta del pm Ercolani il giudice si pronuncerà domani, lunedì 8 luglio, al termine dell’udienza fissata per quella data. In caso di accoglimento salterà la procedura di restituzione della statuetta, già concordata per i prossimi giorni, direttamente tra l’ambasciatore d’Italia a San Marino Guido Cerboni con l’avvocato Francesco Ciabattoni del foro di Ascoli Piceno, che assiste lo stesso Boccardelli, già primo segretario dell’alto diplomatico sammarinese che possedeva la statua prima di lui. Questi dovrà aspettare ancora almeno un giorno prima di poter cantare vittoria al termine di una battaglia giudiziaria durata sette anni, con il coinvolgimento di due procure (Torino nel 2014 si spogliò della competenza territoriale per passare l’indagine a Rimini) del tribunale sammarinese e delle rispettive ambasciate. Tutto era pronto per l’apertura della cassetta di sicurezza del Titano dove è custodita. L’avvocato Ciabattoni ha già annunciato che il Cristo farà bella mostra di sé nel battistero della sua città, Ascoli Piceno, secondo un accordo già raggiunto tra il suo cliente e il vescovo. In caso di confisca sarà lo Stato italiano a decidere, invece, eventualmente il da farsi. L’attribuzione del Cristo a Michelangelo, tra l’altro, non è certa, mentre per l’acquisto di una statuetta “gemella” c’è chi ha rischiato di passare dei guai perfino con la Corte dei conti. L’opera custodita a San Marino, almeno per ora, sarebbe stata messa a disposizione di Angelo Boccardelli e Giorgio Hugo Balestrieri dal conte Giacomo Maria Ugolini, ex ambasciatore sammarinese in Giordania e in Egitto, scomparso nel 2006, il quale, a sua volta, avrebbe ricevuto la statuetta quaranta anni fa dal patriarca greco Melchita Maximos V a Beirut che gliela affidò per farla restaurare. Per descrivere le successive vicissitudini del Cristo ligneo e dei personaggi che lo ereditarono non basterebbe un libro. Perfino l’avvocato Ciabattoni chiama in causa, scherzando, Dan Brown lo scrittore statunitense di thriller legati all’arte. Non siamo ancora arrivati, però, all’ultima pagina.

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