Rimini. Cgil: "Crisi, mancheranno i soldi per cure e cibo"

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«Il rischio che la Riviera possa vivere un vero e proprio dramma sociale è reale ed elevato. Se il nuovo governo non riuscirà a frenare l’inflazione e a bloccare il caro bollette, le conseguenze per il territorio saranno gravi e non colpiranno solo la sfera alimentare, ma anche, e soprattutto, quella sanitaria». Isabella Pavolucci, segretaria generale della Cgil di Rimini, lancia l’allarme povertà. E lo fa senza orpelli diplomatici o limature politiche. Ma con la chiarezza estrema, che a volte può sembrare anche ruvida, della sindacalista.

Pavolucci, Federconsumatori ha reso noti i dati sull’inflazione a Rimini: +8,5% su base annua, +1,9% nel mese di agosto rispetto a luglio, e, addirittura, +10,7% sul carrello della spesa e, quindi, sui bilanci delle famiglie. Che inverno si prospetta in Riviera?

«Si prospetta un inverno duro, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione riminese, a partire dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. Peraltro, se pensiamo al nostro tessuto economico fatto di precarietà e stagionalità, che in termini di denunce dei redditi, poco meno di 19mila euro annue, lo pone all’ultimo posto in regione, comprendiamo meglio quanto sia incombente il pericolo povertà nel territorio. E’ evidente, quindi, che davanti a bollette raddoppiate o triplicate e all’impossibilità, causa prezzi troppo alti, anche di fare la spesa, il rischio che possa esplodere un vero e proprio dramma sociale è concreto ed elevato».

Sempre l’associazione dei consumatori parla di un calo dei consumi di carne, nel corso dell’anno, del 16,8% e di una propensione ad acquistare prodotti meno costosi e di minor qualità in crescita: è lo specchio di un aumento delle disuguaglianze sociali nel territorio?

«Purtroppo è proprio così. E’ lo specchio di quanto stiano crescendo, su tutto il territorio provinciale, queste disparità sociali. Peraltro, il pericolo è quello che sempre più famiglie, per carenza di liquidità, siano costrette a modificare le proprie abitudini e a peggiorare la propria qualità della vita. In molti nuclei familiari, ad esempio, si fa fatica, già adesso, ad andare dal dentista. Il grosso problema che ci si prospetta davanti, quindi, è che tra qualche mese potremmo trovarci davanti ad una crisi non solo alimentare, ma anche, e soprattutto, sanitaria».

I forti rincari delle bollette di luce e gas stanno mettendo a rischio il tessuto economico della Riviera, cosa dovrebbe fare il governo?

«Il governo, come prima misura, dovrebbe mettere in campo una manovra che aumenti le risposte, inadeguate e insufficienti del penultimo decreto aiuti. Per cui dovrebbe innalzare il livello minimo di Isee sul bonus sociale elettricità e gas, affinché sempre più famiglie possano beneficiarne. E, poi, determinante questo, dovrebbe individuare una misura per aumentare gli stipendi e le pensioni».

Avete una stima approssimativa delle aziende che rischiano di chiudere se questa crisi energetica dovesse prolungarsi per tutto l’inverno?

«No, non abbiamo una stima. Almeno per ora. Anche perché l’economia del territorio si regge, in particolare, su attività di tipo stagionale. Per questo, qualche giorno fa, abbiamo inviato, come Cgil-Cisl-Uil di Rimini, una richiesta alla Provincia per creare un tavolo per la gestione delle crisi aziendali. Questo, naturalmente, con l’obiettivo di capire se il sistema impresa della Riviera gode di buona salute oppure se corre dei rischi. Devo dire che la Provincia ci ha già risposto e stiamo cercando di concordare una data per questo primo tavolo di confronto».

La candidata al Senato del Centrodestra, Marta Farolfi, durante un incontro pubblico in Confindustria, ha detto che non potranno esserci casse integrazioni perché comporterebbero uno scostamento di bilancio impossibile: cosa ne pensa?

«Penso che in una situazione di profonda crisi come quella che stiamo attraversando, il solo pensare di poter privare il sistema Paese degli ammortizzatori sociali sia fuori dalla realtà. E non aggiungo altro. Ritengo, invece, che, così come fece il governo durante la pandemia, ci voglia una forma specifica di cassa integrazione. Con un accorgimento, però: avvicinare l’ammortizzatore sociale il più vicino possibile allo stipendio. Oggi, infatti, il lavoratore in “Cassa” arriva a prendere il 70% della sua busta paga».

Qual è la posizione del sindacato sulle nuove energie rinnovabili?

«Siamo da sempre a favore delle energie pulite e rinnovabili. Peraltro, proprio in questo momento ne comprendiamo la necessità e l’urgenza. E, soprattutto, capiamo quanto sia stato miope non investire su fotovoltaico o eolico».

Segretaria, un suo giudizio sull’operato degli ultimi due governi, Conte II e Draghi, che hanno dovuto affrontare le crisi più gravi dal dopoguerra ad oggi: Covid, conflitto in Ucraina, crisi energetica…

«Entrambi gli Esecutivi hanno saputo dare risposte concrete e pronte nell’immediatezza della pandemia. Successivamente è mancata una visione di sistema e sono mancate quelle misure sociali capaci di dare risposte strutturali a lavoratori, lavoratrici, e pensionati».

Pavolucci, mancano solo 10 giorni alle elezioni: come segretaria generale della Cgil cosa si augura per il dopo 25 settembre?

«Mi auguro che esca un governo che difenda il sistema democratico del Paese. Un governo che difenda la nostra Costituzione. Un governo che si metta subito al lavoro per garantire la coesione sociale, portando a termine quelle riforme che la Cgil chiede da sempre, una per tutte la lotta al precariato. Mi auguro che esca un governo che faccia una riforma del fisco rispettosa di quel principio di progressività, scritto in Costituzione. Noi, ad esempio, come sindacato, siamo contrari ad una riforma che vada verso la flat tax, che nel tutelare solo i redditi più alti, nel contempo creerebbe anche una crisi dei servizi, a causa del minor gettito e, dunque, delle minori entrate nelle casse dello Stato. Mi auguro che esca un governo che metta mano alle pensioni, aumentando le più basse e prevedendo meccanismi previdenziali a tutela dei giovani. Ma, soprattutto, mi auguro che esca un governo che faccia dell’inclusione sociale un valore assoluto da applicare in ogni sua scelta politica».

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