Rimini. Certificato falso per uscire senza mascherina: a processo

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Quando la pattuglia della Polizia stradale di Forlì chiamata da un dipendente del Punto Blu’ dov’era entrato senza indossare la mascherina nel pieno del lockdown il 3 settembre del 2020, all’agente ha risposto mostrando un certificato medico fotografato sul cellulare. Nel documento rilasciato dal pronto soccorso dell’ospedale di Cattolica c’era scritto che l’automobilista un 48enne di nazionalità sudamericana residente a Misano Adriatico, a causa del suo quadro clinico era «esentato dall’utilizzo di qualsiasi dispositivo che ne derive conseguentemente l’occlusione delle vie respiratore». Non contento della dispensa all’uso della mascherina, aveva aggiunto verbalmente che comunque quella era una palese violazione dei diritti costituzionali. Un di più che ha fatto drizzare le antenne al poliziotto. Che una volta tornato in ufficio oltre a compilare la relazione di servizio ha mandato la richiesta alla direzione sanitaria del Cervesi per avere copia originale del certificato. Ed ha fatto centro. La parte del documento dedicata all’esenzione, infatti, è risultata essere stata palesemente scritta con un carattere diverso dal resto del documento. Diversità confermata anche dal medico che aveva compilato il referto. Inevitabile a questo punto per l’automobilista il rinviato a giudizio. Due le ipotesi di reato: contraffazione e uso di atto amministrativo falso. Non essendo stata possibile attribuire all’imputato la contraffazione materiale del documento, ieri il difensore di fiducia ha chiesto di poter patteggiare una pena due mesi di reclusione per il solo secondo capo d’imputazione. Se il giudice accoglierà la richiesta e metterà la parola fine sulla vicenda lo si saprà il 18 maggio prossimo.

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