Rimini. Caso passaporti, Lavezzaro: "Ma è così in tutta Italia"

«A Rimini non c’è un caso passaporti. Ci sono le difficoltà che vivono tutte le questure d’Italia. Il motivo? Non ce n’è uno solo ma almeno quattro: la Brexit, il ritorno alla vita, alla voglia di viaggiare dopo la pandemia, la mancanza di alcuni materiali per la loro realizzazione, Comuni che impiegano anche un anno a rilasciare una carta d’identità elettronica per cui molti cittadini decidono di rivolgersi a noi per avere un documento di riconoscimento valido. Caso questo, preciso, che non riguarda la nostra provincia ma che contribuisce a ingolfare la macchina dei rilasci». Il questore Rosanna Lavezzaro, così come tutti i suoi colleghi, la scorsa settimana ha avuto una video conferenza con il capo della Polizia Lamberto Giannini per fare il punto della situazione e dare ulteriore impulso alle azioni già intraprese. Cosa che la Questura di Rimini ha già avviato da tempo. «Questa situazione – sottolinea il massimo responsabile dell’ordine pubblico in provincia – io e i miei collaboratori non l’abbiamo mai sottovalutata. Ed infatti abbiamo predisposto delle aperture straordinarie dei nostri uffici per tutto questo mese, anche per marzo. Azioni che ho potuto fare grazie alla piena disponibilità e consapevolezza della situazione riscontrata in tutto il personale interessato a questo ulteriore sforzo. Che io ho chiesto e ottenuto di poter ringraziare facendo aumentare le ore di straordinario riconosciute e pagate». L’impegno c’è, è massimo ed è testimoniato dal fatto «che a Rimini entro 90 giorni dalla presentazione della richiesta si ha l’appuntamento e tre settimane dopo il passaporto viene consegnato. Poi vorrei precisare una cosa cui tengo molto. Non c’è stata una sola persona presentatasi ai nostri sportelli facendo presente di aver bisogno urgente del passaporto per motivi di lavoro o di salute che non sia stata ascoltata e messa in cima alle priorità dell’ufficio per farle ottenere il documento nel più breve tempo possibile».