Rimini, “Casa don Gallo”: un contributo da 50mila euro

A seguito di istruttoria pubblica, a Rimini è stato approvato il progetto “Centro di prima accoglienza Casa Don Andrea Gallo per le autonomie” che ha l’obiettivo di favorire percorsi di autonomia e crescita individuale di soggetti in condizione di grave marginalità, attraverso la promozione delle relazioni.  Il progetto è stato affidato alla ODV Rumori Sinistri, in collaborazione con una rete di Enti del Terzo Settore.  Per la realizzazione è previsto un contributo di 50.000 euro per l’anno 2023.

Casa Don Andrea Gallo è uno spazio di accoglienza per Senza Fissa Dimora o persone in condizione di grave marginalità situato in via De Warthema. È in grado di ospitare 25 persone, garantendo loro una sistemazione stabile, con un periodo iniziale di tre mesi seguito da un progetto individualizzato o dalla ricerca di soluzioni alternative. La struttura offre accoglienza h24, servizio di colazione e pasti, pulizia, docce e igiene personale. Nel triennio 2019/2021 ha ospitato 123 persone, 44 nel 2022.   

ll Centro favorisce percorsi di autonomia e inclusione sociale per gli abitanti e le abitanti, che possono seguire attività ricreative e di relazione sociale, ma anche laboratori e corsi per sviluppare competenze e conoscenze utili all’inserimento nel mondo del lavoro.  

“Un progetto importante, che oltre a dare un tetto e un posto dove stare a chi purtroppo non ce l’ha, permette a chi sta attraversando gravi problemi economici e di marginalità sociale di ricostruirsi, passo dopo passo, un nuovo futuro, una nuova vita – spiega Kristian Gianfreda, Assessore alla Protezione sociale del Comune di Rimini e Presidente del Distretto socio sanitario di Rimini – qui, infatti, le persone possono trovare ascolto, esperti capaci di orientarli e indirizzarli. È importante anche per le relazioni che si possono instaurare dentro e fuori dal Centro e per le competenze che si possono acquisire partecipando alle diverse attività e laboratori: tutti elementi fondamentali per reinserirsi progressivamente nel tessuto sociale cittadino e per recuperare la propria autonomia, grazie alla ricomposizione di una rete di supporto fatta di legami e alla capacità del team presente di includere gli ‘ospiti’ in un percorso costruttivo utile a tutta la comunità. Un luogo dove si respira e concretizza la speranza”.  

Commenti

Lascia un commento

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui