Il governo lascia ai Comuni la decisione: rottamare o non rottamare le cartelle esattoriali. Quindici anni di multe e tributi mai versati e solo il capitolo contravvenzioni per una amministrazione come quella riminese vale un milione di euro all’anno. Nulla da fare, però. L’assessore Magrini spiega che non ci saranno “colpi di spugna”, anche perché non è giusto premiare i furbi, mentre tutti gli altri cittadini hanno sempre fatto il proprio dovere.
La palla passa ai Comuni
Allora. La legge finanziaria apre la porta alla “rottamazione” delle cartelle, vale a dire un colpo di spugna su tasse e multe fino a mille euro (fra il 2000 e il 2015) e mai pagate. Il governo ha lasciato agli enti locali la possibilità di rinunciare all’importo vero e proprio, mentre in maniera automatica vengono cancellati interessi e sanzioni. Inizialmente tutta l’operazione era ipotizzata in automatico, ma poi il dibattito in aula e anche la contrarietà delle singole amministrazioni hanno lasciato maggiore margine di manovra ai sindaci. Anche e soprattutto per non aprire voragini nei bilanci comunali. Le cifre dovute dai contribuenti legate a tasse e contravvenzioni, infatti, quando fanno parte del passato finiscono nei “crediti di dubbia esigibilità”, solo in seguito passano allo status di “crediti inesigibili” e quindi spariscono dai conteggi ufficiali.
Esiste una stima dell’Anci che fissa in 350 milioni di euro la somma che sarebbe rottamata se tutti i Comuni aderissero alla “pace fiscale” voluta dal governo di centrodestra.
Palazzo Garampi, come tutte le altre amministrazioni italiane, ha tempo fino al 31 gennaio e se vuole inaugurare la strada della cancellazione delle cartelle esattoriali deve approvare una delibera ad hoc.
“Non se ne parla”
A Palazzo Garampi esiste un precedente, quello del 2017, quando venne scelto di non concedere trattamenti di favore. Linea confermata dall’assessore al bilancio e ai tributi, Juri Magrini. «Noi il nostro Bilancio lo abbiamo fatto e approvato, prima ancora che il governo si esprimesse – commenta -. Rimini non aderirà ad alcuna rottamazione, è una questione di equità fra tutti i cittadini, c’è chi ha già pagato, non sarebbe giusto».
Particolare non trascurabile, infine, si sta parlando di anni del lontano passato. «Non sono crediti maturati nel periodo della crisi legata alla pandemia e alla stagione dei rincari tariffari dovuti al caro energia. Ma di cosa stiamo parlando? La rottamazione non la facciamo».