Caro bollette: a Rimini metà degli hotel rinuncia a Sigep e Pasqua 2022

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Dopo due anni già pesantemente condizionati dal lockdown, dalle restrizioni legate alle zone a colori e dall’impennata dei contagi dello scorso dicembre, nel 2022 sarà la crescita dei prezzi dell’energia a spingere circa 300 alberghi di Rimini e della provincia (poco meno di un terzo del totale) a rivedere il calendario delle aperture.

Una metà di loro sta pensando di sfruttare le opportunità offerte dal Sigep e della Pasqua per ripartire, per poi tornare a chiudere subito dopo e fino a metà maggio.

L’altra, invece, ha già deciso di rimanere ferma e di posticipare la riapertura a fine primavera, nell’attesa di tempi migliori.

I costi dell’energia elettrica e del gas più che raddoppiati, del resto, rendono più conveniente non lavorare quando la clientela è poca.

I numeri

«Abbiamo chiesto ai nostri broker di fare una previsione – spiega Antonio Carasso, presidente della cooperativa Promozione alberghiera – e ci dicono che, tendenzialmente, ci dobbiamo aspettare che le spese relative alla luce e al gas raddoppino rispetto allo scorso anno, durante il quale c’era già stato un piccolo aumento rispetto al 2020. E questo nonostante la diminuzione (del fabbisogno energetico e, dunque, dei costi, ndr) che ci sarà durante la stagione estiva, che però sarà comunque lieve».

L’onda si sta già alzando: «Qualche albergo che è aperto in questo periodo ha già visto questi aumenti – aggiunge –, perché a novembre e a dicembre ha ricevuto delle bollette con degli importi più che raddoppiati». Numeri alla mano, «se un albergo stagionale di medie dimensioni, come lo sono la stragrande maggioranza degli hotel della nostra realtà, spende mediamente 20-25.000 euro per la luce e il gas, una cifra che cambia a seconda che abbia l’aria condizionata in tutte le camere o meno e la piscina oppure no, le spese arriveranno a toccare i 40-50.000 euro».

Le riaperture

In questo quadro, «qualcuno fra gli alberghi annuali, che sono circa 300, ha scelto di chiudere per un certo periodo, ma sta riaprendo adesso o riaprirà entro la fine di febbraio, dopodiché non chiuderà più – continua Carasso –. E alcuni di questi, per la verità, non hanno mai chiuso».
Non cambierà molto per «gli alberghi puramente stagionali che aprono dai primi di giugno ai primi di settembre, che sono circa 300/400 – prosegue –, che resteranno ancorati alle proprie abitudini».

Mentre «c’è una fascia di alberghi intermedia, che sono quelli che generalmente aprono già per Pasqua e per i ponti di primavera, che si divideranno in due parti – conclude la panoramica –. Qualcuno di loro cercherà di riaprire in occasione del Sigep e a Pasqua e poi richiuderà, e saranno circa la metà. Qualcun altro, che pure avrebbe aperto con il Covid, rimanderà l’apertura per avere qualche certezza e sicurezza in più».

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