Rimini capitale della Cultura: iter al via il 17 febbraio

Rimini

Si comincia. Il lungo ed entusiasmante viaggio verso la candidatura di Rimini a capitale della cultura parte dal cuore della città, il teatro Galli, che il 17 febbraio ospiterà il primo appuntamento pubblico, trasmesso in streaming, con il sindaco Andrea Gnassi, l’assessore alla Cultura Giampiero Piscaglia e l’amministrazione regionale.

Due obiettivi, due sfide

Due i grandi obiettivi che la città romagnola si pone: il riconoscimento del Tempio Malatestiano quale patrimonio dell’Unesco e la candidatura di Rimini a capitale della cultura per il 2024. Sfida, quest’ultima, che il Comune ha deciso di intraprendere – su sollecitazione del giornalista Giorgio Tonelli e del Corriere Romagna, che ha lanciato una vera campagna coinvolgendo gli stakeholder del territorio – proponendosi come polo storico, artistico, culturale di rilevanza nazionale e internazionale. Se per il primo obiettivo (l’Unesco) l’amministrazione sta già lavorando alla costituzione di un comitato scientifico per la candidatura, per il riconoscimento di Capitale italiana della cultura servirà una mobilitazione generale, morale, civile, culturale di tutta la città, mobilitazione che di fatto è già cominciata. Per iniziare ufficialmente questo impegnativo e appassionante percorso e sancire l’inizio dei lavori, è stato organizzato un incontro simbolico in programma mercoledì 17 febbraio in uno dei luoghi simbolo della cultura e della rinascita, il Teatro Galli. L’appuntamento, in orario da definire e trasmesso in streaming, vedrà la presenza del sindaco Andrea Gnassi e dell’assessore alla Cultura Giampiero Piscaglia con la partecipazione della Regione Emilia-Romagna. Sarà questo il primo passo di un percorso che porterà prima di tutto alla definizione di un comitato promotore a sostegno della candidatura, che si relazionerà anche con Parma e Ravenna, i due capoluoghi della nostra regione insigniti del titolo (Parma 2021, Ravenna 2015 quale città finalista nella competizione per la Capitale europea della cultura 2019). Un confronto con le vicine esperienze che sarà utile per definire le azioni da portare a termine e per comporre il dossier necessario a presentare la candidatura, che dovrà contenere un programma di iniziative e progetti per il 2024 mirato a valorizzare il patrimonio storico artistico e culturale e a promuovere la città in Italia e nel mondo.

Piscaglia: «Serve spinta solidale»

Da dove partire? L’assessore alla Cultura Giampiero Piscaglia non ha dubbi: «Per sostenere la candidatura di Rimini capitale della cultura serve una poderosa spinta solidale che sappia ricreare l’orgoglio di una città unita nei suoi valori fondanti, nella sua storia millenaria come nella sua modernità – commenta –. Il 17 febbraio si apre dunque simbolicamente un cammino che non sarà in solitaria, ma che sarà vincente solo se saprà coinvolgere e includere tutte le molteplici voci del nostro territorio. Rimini ha una qualità che pochi hanno: quello di saper fare leva sulle proprie risorse identitarie per costruire una nuova storia, dove il passato e il futuro, la tradizione e l’innovazione, la dimensione immateriale e i nuovi luoghi fisici della cultura, dialogano. Un percorso tuttora aperto, visibile a tutti e destinato ad andare avanti anche grazie agli stimoli che nasceranno da questa candidatura».

ll bando, le linee guida, il dossier

Il riconoscimento di Capitale italiana della cultura è stato istituito nel 2014 per sostenere, incoraggiare e valorizzare la capacità progettuale e attuativa delle città, per promuovere il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, la crescita e lo sviluppo economico. La procedura è complessa e prevede l’uscita di un apposito bando ministeriale che stabilirà il termine entro cui occorre presentare una manifestazione di interesse. Il bando fissa anche le linee guida per il conferimento del titolo. Poi scatta la seconda fase, che richiede la presentazione di un dossier che sarà poi valutato da una giuria, che selezionerà i dieci migliori progetti. Le città che compongono questa lista ristretta saranno chiamate a presentare i loro dossier in audizioni pubbliche, al termine delle quali la giuria indicherà al ministro il progetto di candidatura più idoneo alla designazione di “Capitale italiana della cultura”. Ad attribuire il titolo sarà poi il Consiglio dei ministri.

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