Rimini, l'allarme del Fipe: "Caro prezzi, i locali non passano l'inverno"

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«Così non passiamo l’inverno. Servono subito misure strutturali sul caro-energia e la proroga delle misure emergenziali». A lanciare l’appello è Gaetano Callà, presidente di Fipe, della provincia di Rimini e consigliere nazionale, che va dritto al punto: «Le conseguenze della pandemia, lo stop a fiere e congressi, le bollette energetiche triplicate e i rincari delle materie prime stanno mettendo in ginocchio i pubblici esercizi». Il quadro della situazione fatto dall’esponente Fipe è infatti decisamente negativo: «I contagi costringono a casa titolari e personale senza possibilità di ricambio, lo stop a fiere, eventi e congressi ha congelato arrivi e presenze sul nostro territorio e l’incertezza generale unita ai nuovi provvedimenti governativi non invoglia le persone a tornare a vivere una vita normale fatta di pranzi e cene fuori casa». Non solo, Callà sottolinea che «nelle festività natalizie e per il Capodanno, tra i periodi più importanti dell’anno, i locali hanno dovuto fare i conti con una pioggia di disdette con spese già fatte e personale già assunto». A questi problemi legati ancora alla pandemia, rincara il presidente della Fipe, «ora si aggiunge anche il rincaro delle bollette energetiche, con proiezioni sui prossimi mesi da fare tremare i polsi. Di questo passo rimanere aperti sarà antieconomico e in pochi riusciranno a resistere sul mercato in attesa di tempi migliori». Gli ultimi dati in possesso della Fipe parlano infatti di «spese energetiche al raddoppio per alcune tipologie di pubblici esercizi, in altri casi anche triplicate, come si è visto dalle prime bollette invernali che stanno arrivando alle nostre imprese. Un impatto enorme sui costi, con i bar in cima a questa pessima classifica seguiti a ruota dai ristoranti». Callà quindi ricorda che «la conseguenza del caro-energia si riflette sulle materie prime e sui prodotti lavorati che portiamo in tavola. Solo per fare due esempi, il prezzo della farina è triplicato, la pasta secca è aumentata dell’80%.

Questo combinato disposto di mancanza di clientela, con ristoranti da 100 posti che lavorano solo con un paio di tavoli, e rincaro spropositato dei costi non ci permetterà di passare l’inverno». Dalla Fipe segnalano quindi che «per contrastare il “caro bollette”, servono misure strutturali. In particolare, occorre affrontare il tema della riduzione della dipendenza dalle forniture estere. Inoltre, va avviata la riforma della struttura della bolletta elettrica, quella che da anni chiamo “il dipendente nascosto”, anche affrontando il nodo degli oneri generali di sistema». E infine, «va prorogata una serie di misure, dalle moratorie bancarie alla cassa integrazione Covid, fino alla richiesta di occupazione gratuita del suolo pubblico per il 2022 per i dehors»

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