Rimini calcio, intervista al nuovo socio Nicastro

Calcio

Massimo Nicastro, la prima domanda è d’obbligo: perché Rimini (città) e il Rimini (squadra di calcio)?
«Rimini come città perché è molto conosciuta nel mondo, un po’ come Miami, direi una via di mezzo tra Miami, Orlando e Las Vegas, tutte città con un grande potenziale di crescita nel settore entertainment, uno dei settori trainanti dell’economia del futuro. Il Rimini Football Club l’ho scelto perché il calcio in Italia è re degli sport, un ottimo veicolo per promuovere la notorietà della città ed il marchio del Rimini, attualmente un po’ sottodimensionato, ci vedo la possibilità di una grossa crescita».
Ci può dire in breve di cosa si occupa la sua società Nicastro Group?
«Immobiliare, tutto ciò che è relativo all’immobiliare ed all’hospitality, Rimini è una capitale del turismo, si potrebbero trovare sinergie nel futuro con le realtà locali».
Quali sono gli obiettivi che vorrebbe raggiungere ora come socio di Giorgio Grassi ed in futuro come maggiore azionista della società?
«Il principale obiettivo è stabilizzare la società e consentire un campionato più tranquillo rispetto all’anno scorso, poi implementare tutte le politiche di gestione della società che possano permettere un’ulteriore crescita nel futuro. Vorrei fare di questa società un punto di riferimento a livello nazionale ed internazionale, grazie alla mia esperienza ho accesso a varie realtà calcistiche in giro per il mondo, dalle Americhe all’Asia».
Rimini e Miami hanno qualcosa in comune: di sicuro sono territori ricchi e con molte opportunità. La pensa così?
«Sì, soprattutto nel terziario, ma io vedo Rimini simile a Orlando o a Las Vegas. Faccio un esempio, a Orlando c’è la Disney, perché non provare a portarla a Rimini dove c’è già un substrato pronto per fare il salto di qualità? C’è l’humus, la materia prima, mancano però gli investimenti».
Quali investimenti vorrebbe operare in futuro sulla squadra?
«Per la squadra non sono competente abbastanza, ci sono i tecnici, in questo primo anno mi fido del loro operato, per quanto riguarda l’investimento finanziario posso affermare che crescerà. Vorrei portare la società in serie B, ad un livello più alto e consono alle sue tradizioni».
Secondo lei cosa funziona in questo momento nel Rimini Football Club e cosa ancora va migliorato?
«Ciò che funziona è la parte tifoseria, l’attaccamento alla maglia, la parte locale, ho visto che c’è una grande rivalità con il Cesena. Sono punti di partenza su cui costruire e far crescere la società, ciò che va migliorato è il potenziamento del settore giovanile ed il rapporto con la città, perché il Rimini Football Club rappresenta Rimini».
Quando la vedremo a Rimini?
«Per l’inizio del campionato, purtroppo per impegni lavorativi precedenti il 4 agosto non ci potrò essere per il primo derby di Coppa con il Cesena, ma seguirò ugualmente il match via internet».
Che ruolo ha esattamente Nicola Penta?
«È il mio consulente ed uomo di fiducia dal punto di vista calcistico. È una persona che ha ottime competenze, ha il mandato da parte mia di aiutare il presidente Giorgio Grassi a fare la miglior squadra possibile. Mi ha comunicato sin dal primo giorno che sarebbe stato difficile per lui ricoprire un ruolo in società, visto il grande rispetto che lui nutre per tutte e due le tifoserie (Rimini e Cesena, ndr) ma vedremo cosa succederà. Come ho detto l’obiettivo è salire di categoria, ma lo potremo fare solo quando avremo raggiunto certe caratteristiche, una casa, un gruppo di sponsor adatto, la possibilità di essere riconosciuti a livello internazionale, il merchandising appropriato».

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