Rimini. Buca in acqua, chiesto il sequestro del progetto

Rimini

Il divieto di balneazione nell’area davanti al cantiere per la costruzione della nuova rete fognaria servirà a evitare nuove tragedie, ma c’è chi pensa che un più puntuale rispetto di alcune cautele avrebbe potuto evitare la morte di Leandro Moretti, l’uomo annegato il 24 giugno scorso. Tra loro gli avvocati Maria Rivieccio e Stefano Della Vittoria, legali dei familiari della vittima, che con una nuova integrazione all’esposto originario chiedono alla procura (pm Luca Bertuzzi) il sequestro di tutta la documentazione relativa all’appalto e l’acquisizione di una perizia idrogeologica della zona dei lavori. Gli avvocati, inoltre, fanno notare delle presunte inadempienze, presumibilmente da parte della direzione dei lavori, riguardo alle prescrizioni sulla sicurezza imposte dall’ordinanza 1/2020. «L’area interdetta - si legge nel supplemento di denuncia - non era provvista di alcuna segnaletica». Le anomalie nel tratto di mare davanti il cantiere, da mercoledì 8 luglio chiuso alla balneazione sulla base di un sopralluogo della Guardia costiera che ha rilevato «variazioni irregolari» sul fondale, erano state segnalate in tempi non sospetti da alcuni marinai di salvataggio. Correnti di risacca (in gergo “gardoni”) possono prodursi in particolari condizioni del mare e vanno affrontate con la massima cautela anche se si è nuotatori esperti. Lo spiega bene Stefano Simoni, portavoce dell’associazione marinai di salvataggio.
«Si tratta di fenomeni naturali che si verificano quando il mare è mosso - chiarisce infatti il bagnino di salvataggio - poiché il fondale sabbioso presenta alcune aree in cui c’è una maggior quantità di sabbia, le cosiddette “secche”, che “rompono” l’onda, andando quindi a disperderne energia e forza». «Così - continua Simoni - l’acqua del mare si trova indebolita, e dopo essere arrivata a riva, quando riprende la corrente per tornare in mare aperto va a creare erosioni nei punti più “deboli”, come in concomitanza di “buche” o depressioni: in pratica, cerca un modo più “facile” per tornare a immettersi in mare aperto». Infatti, proprio la creazione di queste erosioni dà luogo alla nascita delle correnti di risacca, «cioè un flusso d’acqua che scivola verso il mare aperto, in grado di trascinare persone e oggetti». «Dove ci sono erosioni - chiarisce - si creano dei vortici che attirano verso il fondale e verso il largo». Fenomeni che, come riportato dagli stessi bagnini di salvataggio, si sono verificati di frequente proprio in prossimità dei bagni 27 e 28, quelli oggi compresi nell’ordinanza di divieto di balneazione. «Non posso dire che siano connessi al cantiere navale - afferma a proposito Simoni - ma di sicuro è anomalo che in una stessa giornata, sabato, in quel tratto ci siano stati 11 interventi».

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