Rimini. Biagini: “Bagnini, vogliamo vedere canoni e redditi”

«Anche la nostra, Mauro Vanni, è una battaglia di tutti, ma a differenza della vostra noi ci battiamo per la difesa dei diritti e non per la conservazione dei privilegi». Roberto Biagini è il presidente del Conamal (Coordinamento nazionale mare libero) si rivolge al numero uno della Confartigianato imprese demaniali che domani organizza un flashmob a difesa della categorie (altro articolo in pagina) e chiede ai bagnini di mostrare canoni pagati e dichiarazione dei redditi.

«Chiediamo allo Stato che tutti gli imprenditori turistici possano accedere alla utilizzazione in concessione dell’arenile – tuona Biagini – mentre adesso è loro precluso perché le istituzioni, contravvenendo a precise disposizioni eurounitarie, non hanno ancora predisposto dei bandi pubblici per l’assegnazione delle concessioni che sono da anni in regime di monopolio».

Non solo. «Chiediamo allo Stato che intervenga per adeguare i ridicoli canoni che vi chiede (ai bagnini) al giusto valore di mercato in modo che vi sia un adeguato ritorno per tutti i cittadini in tema di servizi dato che, con l’inflazione delle concessioni, il bene demaniale non è più liberamente e gratuitamente fruibile per tutti. Ad ogni anello della “vostra catena” sarebbe utile e dimostrativo che ognuno degli “incatenati” mostri il canone che lo Stato vi chiede per la concessione, insieme alla vostra dichiarazione dei redditi in modo che il pubblico possa poi farsi un’idea degli introiti denunciati e compararli con il valore degli indennizzi da voi reclamati e magari anche il contratto di sub-ingresso o di “affido” delle concessioni, così per dare un’occhiata al valore del “do ut des”».

Già sarebbe sufficiente, ma Biagini si spinge più in là. «Chiediamo che in tutti i Comuni vi sia un giusto equilibrio tra spiagge in concessione e spiagge di libera fruizione. Chi non può o non vuole pagare un ombrellone e due lettini 40 euro giornalieri deve avere lo stesso diritto di accedere a una spiaggia libera e attrezzata e tuffarsi in acque pulite come chi, legittimamente, paga per i servizi di uno stabilimento balenare».

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