La Rimini "appestata" del medioevo

RIMINI. La città di Rimini non è nuova alle epidemie. Le cronache storiche riportano notizia di due pestilenze, di cui la prima davvero drammatica (nel 1348) e la seconda (nel 1485) sembra più lieve ma di cui, purtroppo, si hanno scarse informazioni.
Oreste Delucca, studioso riminese autore di numerosi volumi di storia locale dedicati soprattutto al periodo medioevale, racconta queste epidemie del passato.

Delucca, quando c’è stata la prima epidemia di peste a Rimini?
«Lo storico Luigi Tonini nella sua “Storia civile e sacra riminese” (sei volumi pubblicati nella seconda metà dell’Ottocento) scrive che nel 1348 ci fu “una grandissima mortalità” che iniziò il 15 di maggio e durò sino al primo dicembre. Morirono circa 2400 persone, teniamo conto che all’epoca Rimini contava al massimo 10mila abitanti. Quindi fu davvero disastrosa».

Un’epidemia che colpì tutta l’Italia.
«Sì, Giovanni Boccaccio ne parlò diffusamente nel “Decamerone”, raccontando la situazione di Firenze. Tornando a Rimini, abbiamo come testimonianza di quella morìa una lapide che oggi si trova al Museo della Città. Proprio in quella lapide, che proviene dall’allora cimitero di San Francesco, è riportato che morirono 2400 persone. Il cimitero di San Francesco, il più grande dell’epoca, si trovava a lato e dietro la chiesa di San Francesco, l’attuale Tempio Malatestiano. Non è escluso però che vi siano state altre vittime sepolte in altri cimiteri della città. Non dimentichiamo che nel Medioevo altre chiese avevano un loro cimitero». L'intervista completa a Oreste Delucca sul Corriere Romagna in edicola oggi, 26 marzo.

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