Rimini. Annuncio degli ambientalisti: "Il piccolo fratino è morto"

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Era sparito giovedì pomeriggio. Lo hanno cercato per due giorni, insistentemente. Poi, ieri sera, la comunicazione ufficiale: a farla direttamente l’Associazione ornitologi dell’Emilia Romagna (Aoer). Per voce della responsabile Roberta Corsi: «La restrizione del recinto e i lavori di livellamento della sabbia per la realizzazione della Beach Arena gli sono stati fatali. Il pullo di fratino non ce l’ha fatta. E’ morto. Probabilmente vittima di qualche cane, oppure per mancanza di cibo». Il fratino è un uccello a rischio. Che cova le sue uova in habitat solitamente incontaminati, in particolare le zone costiere e le spiagge ricche di dune e insetti coi quali cibarsi. E’, dunque, anche un indice dello stato di buona salute dell’ecosistema costiero. Come, appunto, quello del Marano, dove i fratini solitamente, da marzo a giugno, nidificano. Ma cosa è accaduto? Cosa potrebbe aver provocato la morte del piccolo fratino? Punta il dito contro la Beach Arena la responsabile Aoer: «Fino a quando c’è stata la recinzione che avevamo montato per isolare lui e gli altri pennuti dall’uomo e da animali predatori, problemi non ce ne sono stati. Poi, quando l’amministrazione comunale ha deciso di insediarci la Beach Arena, e siamo stati costretti a ridurre notevolmente la staccionata per permettere agli spettatori degli eventi di sciamare agevolmente dal “Parco”, tutto è precipitato. Inesorabilmente. Il piccolo fratino, infatti, è sparito proprio giovedì, al termine dei lavori di livellamento della spiaggia e di ridimensionamento del recinto. E questo nonostante l’attenzione mostrata dalla ditta che ha portato avanti i lavori voluti dal Comune, nel non schiacciare i fratini. Ma ripeto, se distruggi un habitat incontaminato è normale che metti in gioco la vita degli animali, in questo caso i fratini, che lo occupano». E Sauro Pari della Fondazione Cetacea conclude: «Sono state poche le nascite andate a buon fine. E questo per il malcostume delle persone che portano i cani a giocare o correre al Marano. Disinteressandosi che proprio i cani sono, inconsapevolmente, i principali nemici dei pulli di fratini. Li vedono saltellare e, quindi, li rincorrono fino ad aggredirli. Senza dimenticare che, spesso, finiscono anche sotto i piedi di qualche sbadato che, a causa del loro color sabbia che li rende quasi mimetici, li calpesta, uccidendoli. Ecco perché bisogna lasciare intatto il loro habitat fatto di dune sabbiose, che li protegge dai predatori: gabbiani e cani».

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